Gianni Fantoni racconta il suo nuovo programma, “Pausa Pranzo”

(di Tiziano Rapanà) Sulla falsa riga di un celeberrimo best seller cinematografico di Mel Brooks, quella che vi presento è – o meglio così la vedo – l’ultima follia di Gianni Fantoni. Mi riferisco a Pausa pranzo, la nuova trasmissione del comico ferrarese in onda lunedì sulla web tv. Anche Gianni la vede come una follia. Non so quanto ci sia di folle nella struttura scheletrica della trasmissione, sicuramente il format ha (sulla carta) una sua alterità rispetto a quanto si vede in tv. Il progetto è più che interessante: è una striscia quotidiana, presente dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 14, che racconterà e scherzerà insieme ad ospiti e inviati sul momento topico di milioni di lavoratori italiani, la leggendaria pausa pranzo. Il programma lo potete vedere, sui canali social di Fantoni (Facebook, Instagram, Youtube, Periscope e Twitch). Non è il primo lavoro che l’artista realizza per la rete. Prima di Pausa pranzo ci sono Dottor Divano (talk show atipico, tutt’ora in onda al giovedì in prima serata) e Macfant (apologia acritica del mondo Apple). Gianni Fantoni, classe 1967, ha un curriculum sterminato legato al cinema, alla tv e al teatro. Paolo Villaggio lo stimava molto e prima di morire gli ha venduto i diritti di Fantozzi, per farne un musical a teatro. Sono anni che Gianni annuncia l’arrivo del musical sul palcoscenico, ma ancora non se ne sa nulla. Sono curioso di vedere come sarà questo nuovo progetto comico, anche se non capisco perché si ostini a lavorare sui progetti per il web. Da questi programmi, Gianni non ci guadagna una lira.

Dottor Divano, MacFant e adesso Pausa pranzo… ma chi te lo fa fare? Sono tre programmi economicamente controproducenti, o sbaglio?

“Non è vero, perché questi programmi non sono mai controproducenti. Io sono come un calciatore. Se un giocatore non si tiene in allenamento, cosa fa? Io ho bisogno di fare, perché altrimenti mi intristisco. L’unica cosa che chiede un artista è fare.”

Solitamente il calciatore si allena in vista della prossima partita. Tu per cosa ti stai allenando?

“Ci sono dei calciatori che si allenano anche per il piacere di farlo. Non sempre un allenamento è finalizzato per una partita.”

Raccontami questa tua nuova creatura.

“Il titolo definitivo è Pausa pranzo con Gianni Fantoni, perché ci sono altre cose in giro chiamate Pausa pranzo. Non voglio creare confusione. È un programma che attiene al mondo culinario. Non ci occuperemo di ricette, ma di varie cose divertenti. Ci saranno molti collegamenti. Tutti possono fare gli inviati, tramite la tecnologia di Skype. Ci saranno anche dei giochini. Il programma non ha nessun tipo di velleità, lo scopo è quello di passare un momento di pausa divertente. La sfida è quella di far ridere senza parolacce.”

A proposito di parolacce, in tv – tralasciando la penuria di comici – pensi che ci sia una comicità troppo volgare?

“C’è un misunderstanding dato da questa nuova generazione di stand up comedian, che si appoggia volentieri al turpiloquio. La comicità di Arbore non ha mai avuto bisogno di parolacce, idem per gli sketch del programma Drive in e in generale per tutte le cose di Antonio Ricci.”

Fantozzi era volgare?

“Fantozzi si lasciava un po’ andare. I primi film, della saga, no. Poi i successivi capitoli si sono discostati molto dallo spirito iniziale.”

Su Fantozzi, anche tu ti sei lasciato andare. Stavi realizzando un musical dedicato alla saga e poi ti sei fermato.

“No! Lo sto per fare. Il progetto non è fermo. L’ho messo in pausa per contingenze del mercato teatrale italiano. Non ci sarà quest’anno, ma l’anno prossimo. Sarà una produzione del teatro Sistina.”

Tornando a Pausa pranzo, mi sovviene una curiosità. Il programma nasce come una proposta per la tv generalista o quantomeno canonica o è frutto dell’esclusivo interesse per il web?

“È stato pensato unicamente per il web. In futuro, il programma potrebbe anche avere un’altra collocazione. Ho smesso di pensare progetti per la tv, perché oggi i format più gettonati sono quelli stranieri. Lo stesso Arbore fa fatica a realizzare i suoi programmi.”

Io ho l’impressione che tu paghi il dazio di vivere a Ferrara anziché a Roma o Milano, i centri nevralgici del potere tv.

“Questa è solo una leggenda. Ho vissuto tanti anni a Roma e Milano e non c’erano poi tutte queste differenze. Ci sono dei meccanismi, che vanno al di là del posto dove vivi.”

Pausa pranzo è un programma che richiede un impegno ingente, il massimo sfruttamento delle energie fisiche e mentali. Non giro attorno alla questione, ti conviene? Ed economicamente, non rischi di rimetterci?

“Certo che mi conviene. Non vado in perdita, perché c’è un piccolo fondo che mi può finanziare qualche progetto. Semplicemente non guadagno. Però mi diverto.”

Che aspettative hai?

“Ho voglia di creare una community con gente che ha voglia di divertirsi, con un linguaggio un po’ diverso dal solito. E di fare una televisione con i meccanismi tipici del web.”

tizianodecoder2@gmail.com

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