
Sapere che il nuovo Papa Leone XIV “ha una formazione in diritto canonico mi ha fatto riflettere: ho sperato che questo non significhi un approccio eccessivamente rigido, ma che saprà lasciarsi guidare dall’unica legge che non impone vincoli: l’Amore.” A parlare è Cristina Scuccia, ex suora dell’ordine delle Orsoline ed oggi cantante diventata nota dopo aver conquistato la seconda edizione del talent show ‘The Voice of Italy’ nel 2014. “Per me – spiega – è un argomento delicato, avendo trascorso anni in un contesto in cui la regola era, in effetti, uno strumento per incontrare Dio. Tuttavia, ho appreso che talvolta, allontanandomi da certe rigidità, l’ho potuto incontrare in modo più autentico, nella libertà. Le regole hanno valore solo se custodiscono e promuovono l’amore fraterno, non se lo soffocano.”
Sul nuovo Pontefice, l’ex religiosa si mostra prudente: “È ancora presto per esprimere un giudizio definitivo su Papa Leone XIV – chiarisce – ma il suo saluto iniziale di pace mi ha profondamente colpita: sembrava voler tracciare fin da subito la direzione del suo pontificato. Durante la prima celebrazione con i cardinali, ha messo in luce un tema a me assai caro: la mancanza di fede che spesso si accompagna a un senso di smarrimento esistenziale, soprattutto tra i più giovani. La sua esperienza missionaria mi fa sperare che il suo sguardo sarà rivolto non solo ai fedeli, ma anche a chi si è allontanato da Dio e porta dentro di sé dolore o rabbia.” Il momento dell’elezione l’ha emozionata molto. “Avevo i brividi fin dalla fumata bianca – racconta Cristina – Quando si è presentato per la prima volta, mi ha commossa vederlo visibilmente emozionato. Ho percepito tutto il peso di quel momento, che non è frutto di una scelta personale ma di un disegno più grande. Chi si ritrova a portare una responsabilità così elevata ha bisogno di molta preghiera. In quei momenti, ci si rende conto di quanto siamo piccoli davanti a Dio, e proprio in quella piccolezza, se consegnata a Lui, possono nascere grandi cose.”
Il fatto che sia il primo Papa nordamericano della storia non ha per la cantante un significato particolare. “Non ho mai dato importanza alla provenienza geografica del nuovo Papa – continua Cristina Scuccia -. Piuttosto, spero e continuo a pregare affinché sia una guida capace di costruire ponti, come ha affermato fin dal suo primo intervento. Più che da dove venga, mi interessa che ricordi sempre – e ci ricordi – che la Chiesa è madre: una madre che accoglie, soprattutto chi è più lontano.” Ascoltandola parlare della Chiesa con così tanto amore, viene da chiedersi se ci sia mai stato un ‘ripensamento’ sulla scelta di abbandonare il percorso ecclesiastico per tornare alle cose ‘del mondo’. “Non parlerei di ripensamento, ma di nostalgia – scandisce l’ormai ex suor Cristina – Ho vissuto tanti anni della mia vita in comunità religiosa e credo sia normale custodirne la memoria. Lasciare la vita religiosa non è stato semplice, ma è stata una scelta matura, frutto di un profondo discernimento, sia umano che spirituale. Ho intrapreso un lungo viaggio dentro me stessa prima di prendere quella decisione. Non rinnego nulla: ogni passo, anche il più doloroso, mi ha condotta a una forma diversa, ma autentica, di fedeltà a me stessa e a ciò in cui credo.”