Checco Zalone punge il cinema italiano: “Se Tolo Tolo non dovesse andare bene brinderanno in tanti”

Tutti gli artisti quando vanno in scena e si presentano al pubblico indossano una maschera, che per Luca Medici si chiama Checco Zalone. A volte ne restano schiavi, come imprigionati, senza più riuscire a essere se stessi fino in fondo.

Anche per Luca Medici forse è lo stesso, nessuno lo riconosce più per quello che è ma tutti lo personificano per quello che appare. Checco Zalone è completamente diverso da Luca Medici, che invece è un uomo taciturno e ansioso, che vive con grande apprensione qualunque progetto lavorativo, compreso Tolo Tolo, il film in uscita.

Intervistato da Il Fatto Quotidiano, questo dualismo emerge in maniera netta dalle sue risposte alle domande del giornalista e di volta in volta, in base alla domanda, a rispondere è l’una o l’altra versione dello stesso uomo. La grande attesa per Tolo Tolo, che ha suscitato grandi aspettative nel pubblico italiano causa stati d’ansia in Luca Medici, che in questa nuova esperienza è anche regista della pellicola. Gli spettatori hanno sempre applaudito l’ironia dissacrante di Checco Zalone, nel quale si possono spesso identificare, e Luca Medici, di volta in volta, teme di non riuscire a replicare i successi precedenti.

Tolo Tolo è stato un film impegnativo, che ha richiesto molto lavoro ma, soprattutto, un budget elevato. Pietro Valsecchi, che da sempre produce i film di Checco Zalone, è intervenuto in minima parte durante le riprese ma Luca Medici ipotizza che non sia tanto per la fiducia riposta: “Forse più i 50 gradi all’ombra del Kenya; con me è stato paziente (due anni di lavoro) visto quanto è costato il film. Siamo stati costretti a rigirare delle scene, a volte ad attendere delle settimane per affrontare gli imprevisti.” Pare che sia addirittura arrivata la pioggia nel deserto durante le riprese e che a un certo punto Zalone si sia trovato senza più comparse sul set, perché tutti e 400 gli attori si erano già spostati su un altro set. Inconvenienti che capitano mentre si gira un film ma che, vissuti da regista, vengono vissuti con un’altra responsabilità. In quanto tale, Checco Zalone (o forse Luca Medici), si è sentito solo durante le riprese: “Ho percepito la piena responsabilità del progetto, poi i set sono fortemente irregimentati; chi ha la responsabilità viene rispettato, ma chiuso il ciak si resta con se stessi.”

Checco Zalone racconta che in Tolo Tolo non esistono buoni o cattivi ed “è uno dei punti di cui vado più fiero”, ha detto raccontando la sua pellicola ma in compenso c’è la rappresentazione di chi è disposto a sfruttare i drammi umani per qualche like in più sui social. Una rappresentazione di quelli che vengono definiti radical chic, che non sono però l’unico bersaglio dell’ironia riflessiva di Checco Zalone: “In Tolo Tolo attacchiamo anche il fascistoide e il nero che alla fine ci tradisce.” Luca Medici rifugge l’idea che Tolo Tolo possa essere un film più impegnato rispetto ai precedenti ma, soprattutto, cerca di non farsi incollare addosso l’etichetta di autore di sinistra: “Per favore non lo scrivete o perdiamo tantissimo pubblico!”

Luca Medici, che non mai stato invitato alla prestigiosa manifestazione dei David di Donatello, che comunque non considera come sua priorità, riconosce una certa competitività nel cinema italiano: “In questo settore si gode più della sconfitta altrui che dei propri successi, e questa ostilità un po’ la capisco; in tedesco si dice schadenfreude. Se Tolo Tolo non dovesse andare bene, tantissimi amici e colleghi brinderanno e questo atteggiamento lo considero umano, e probabilmente al posto loro farei lo stesso.”

Tolo Tolo ancora non è uscito nelle sale (già 1200 copie distribuite nei cinema italiani) ma sono già tantissime le polemiche innescate dal film di Checco Zalone. Molte sono nate dalla canzone utilizzata nel trailer, singolo che ha un immigrato e il tema dell’immigrazione come tema centrale. Capita spesso che le parole di Zalone vengano utilizzate per innescare discussioni e polemiche, spesso incentrate sulla politica. Per questo motivo l’attore si sente meno libero rispetto a quando non aveva ancora raggiunto il successo, per questo motivo ammette di pesare maggiormente le sue parole rispetto al passato.

Francesca Galici, ilgiornale.it

Torna in alto