“Princess”, al cinema la storia di una prostituta nigeriana tra finzione e realtà

Il film rivelazione di Venezia 79 è ispirato alla storia della protagonista Glory Kevin. In sala dal 17 novembre.

Dopo il successo ottenuto a Venezia 79, “Princess” di Roberto De Paolis è al cinema dal 17 novembre. La rivelazione del Festival per la critica italiana e internazionale, racconta la storia di Princess, una giovane prostituta nigeria, ispirata a quella della protagonista Glory Kevin, 25enne arrivata con un barcone dal Paese africano, che il regista ha incontrato in strada a Roma e che ha dato il suo contributo alla scrittura del film. “La prostituzione è un modo per raccontare la condizione di marginalità, poi ho incontrato Glory, e le ho dato la libertà di raccontarsi, di costruire il personaggio protagonista sulla sua esperienza di vita”, ha raccontato Roberto De Paolis. 

LA TRAMA – Princess (Glory Kevin) è una giovane clandestina nigeriana che vende il proprio corpo ai margini di una grande città. Come un’amazzone a caccia, si muove in una pineta che si estende fino al mare, un bosco incantato in cui rifugiarsi, nascondersi dalla vita, guadagnarsi il pane quotidiano. Per sopravvivere deve fiutare l’odore dei soldi, schivare pericoli e sentimenti, un cliente dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Finché un giorno litiga con le amiche con cui condivide la strada e incontra un uomo che sembra volerla aiutare. Ma è soltanto da sola che Princess potrà salvarsi.

LA STORIA DI GLORY – Glory si prostituiva a Roma, dopo aver fatto il percorso ben noto della tratta delle nigeriane, “l’arrivo in Libia, l’approdo in Italia, il ricatto delle madame, il pagamento di cifre esorbitanti attraverso la prostituzione, la schiavitù in strada”, racconta De Paolis che ha lavorato un anno sul campo prima di girare. Questo è il secondo film per lui dopo il l’esordio del 2017 con “Cuori Puri”, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e candidato al David di Donatello come Miglior Opera Prima.

IL RACCONTO ATTRAVERSO GLI OCCHI DELLE PROSTITUTE – Il regista spiega com’è nato il film: “Ho costruito il film fondendo il mio punto di vista con quello di alcune ragazze nigeriane, vere vittime di tratta, che lo hanno scritto con me e poi hanno interpretato se stesse. Si è creato così uno spazio di lavoro nuovo, libero: insieme abbiamo percorso strade diverse e credo più autentiche rispetto alla rappresentazione, spesso pietistica, a cui siamo abituati quando si parla di immigrazione, clandestinità, prostituzione. Sempre in bilico tra il racconto dal vero di una realtà degradata e quello lirico di un’umanità ferita, il film è un racconto di formazione: perché Princess, prima di ogni altra cosa, è una ragazza di diciannove anni che, aggrappata al proprio candore, cerca di resistere alla ferocia del mondo”.

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