Rai 2, le cose come dovrebbero andare

(di Tiziano Rapanà) Il centro del dibattere sull’universo di Rai 2 girella su Non sono una signora. Mitica non-trasmissione – il debutto in società non è ancora stato chiarito – incentrato su una gara tra drag queen, presentata da Alba Parietti. Dovrebbe andare in onda, non si sa quando ci andrà e forse tutto è sospeso fino a data da destinarsi. Parietti e Stefano Coletta intelligentemente non si pronunziano e aspettano che la novità si palesi. Ed è sempre così: l’attesa porta ad un “non si sa” indefinito ed intanto la vita scrive libri tutti suoi. Io dico di provare e se va male pazienza. Prima serata, seconda serata… la stagione sta finendo e grandi eventi non ce ne sono, non ha senso tentennare. Rai 2 mi piace, eppure la capisco sempre poco. E uno dovrebbe stare lì a vedere il principio, il primordio delle cose, intuire il tessuto mesenchimatico di una idea. E non lo capisco, non arrivo mai a comprendere la situazione. Non sono un radiografo dei sentimenti, mi fermo sempre prima. Io non capisco il motivo che vede il programma d’approfondimento politico più intelligente del servizio pubblico, Il confronto di Monica Setta, andare in onda ogni sabato alle sei e mezza del mattino (quella collocazione è un’ignominia). E non ditemi che il programma è stato pensato per Rai Italia e vai in onda anche lì, un dirigente intelligente capirebbe subito che il prodotto meriterebbe la prestigiosa seconda serata di Rai 1. E sulla seconda serata, Rai 2 ha fatto scelte (per me) incomprensibili: ha preferito investire su Cattelan, con un programma poco convincente che ha fatto risultati interessanti ma non totalmente soddisfacenti. Si è voluta dare a lui la responsabilità della seconda serata, anziché puntare sulla felice truppa di Generazione Z. A loro è stata concessa la terza serata, cioé: orari impossibili. Non hanno protestato e zitti zitti, con un budget di soli 6mila euro a puntata, hanno portato a casa ascolti importanti (con punte del 7% di share). Anche in questo caso, un dirigente intelligente direbbe: “Forse dovremmo affidare a loro lo spazio della seconda serata: ci costano poco e portano risultati”. Bar Stella, il bellissimo programma condotto da Stefano De Martino, meriterebbe la prima serata per qualità. Che si dia uno spazio importante a Tinto e Monica Caradonna, i due conduttori di Pizza Doc (va in onda il sabato, 11.15), sono simpatici e affiatati: affidategli un programma estivo pieno di giochi e divertimento ridanciano. Voglio chiudere con StraMorgan. Capisco il momento segnato dall’incertezza. Epperò si doveva riconfermare il programma con una seconda edizione, in grande economia (ossia, 10mila euro a puntata e non di più), una versione unplugged che vedeva il ritorno di Morgan tra le pieghe del racconto sul cantautorato nostrano. Chitarra, basso e batteria: eccoli gli ingredienti magici per fare buona divulgazione in un piccolo studio senza pretese, con la presenza insostituibile di Pino Strabioli. StraMorgan poteva essere il programma capogruppo di una joint venture tra trasmissioni della rete, dedicate ai giovani: Morgan a capo di una commissione che giudica i talenti emergenti da far esibire nei vari programmi. Un’operazione a costo zero, con un possibile patrocinio del ministero della cultura, che poteva vivere del talento di grandi nomi della musica italiana (nella ipotetica commissione, mi paiono adatti i nomi di Gianfranco Caliendo, Fabrizio Berlincioni, Fabrizio Fornaci, Giovanna Nocetti). No, non penso ci sia altro da dire. Magari le cose fossero anomale, è tutto un ordinario che te lo aspetti presto o tardi. Io nell’anomalia ci sguazzo. Non so nuotare eppure mi ci vedo spiaggiato tra la sabbia dell’assurdo. Maledetti, siete riusciti a farmi parlare di televisione anche stavolta. Potevo canticchiare Strange little girl degli Strangles, potevo leggere Aldo Palazzeschi, potevo tornare a Caramanico Terme, invece mi sono ridotto a parlare di tv. Così non va bene.

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