#IOSONOQUI: Un viaggio ricco di imprevisti con un cast eccellente

Un viaggio tra amore e risate, ma soprattutto una storia introspettiva dalla risonanza molto contemporanea: cosa spinge una persona in cerca dell’amore e dell’assoluto? #Iosonoqui segna il ritorno di Éric Lartigau ed è un film da non perdere: è disponibile in Dvd ed. CG/Officine Ubu e On Demand su CG Digital.

SINOSSI #IOSONOQUI – Stéphane, uno chef di successo, conduce una vita tranquilla nei Paesi Baschi, circondato dall’affetto dei figli e dal supporto della ex-moglie. Eppure l’unica cosa che lo fa sentire vivo è Soo, una giovane donna coreana che ha conosciuto su Instagram. I due parlano di arte e di ciliegi in fiore e sembrano instaurare un solido rapporto nonostante la lontananza. In uno slancio emotivo, Stéphane decide di partire per Seoul e incontrare Soo. Al suo arrivo però, lei non si presenta e Stéphane inizia a vagare per l’aeroporto e per la città, dove la ricerca di Soo lo porterà a riscoprire se stesso. Riusciranno i due a conoscersi finalmente di persona?

#Iosonoqui prende ispirazione da un fatto di cronaca: un uomo svedese decise di incontrare una donna cinese conosciuta su internet e partì per la Cina con il desiderio di sposarla. Dopo non averla incrociata, l’innamorato iniziò uno sciopero della fame, finendo all’ospedale e poi rimpatriato. Una storia affascinante, approfondita attraverso la finzione da Latirgau, reduce da un ottimo film come La famiglia Belier. La riflessione parte dal ruolo dei social network nella società odierna, ma poi spazia su altri territori, arrivando al personale, a ciò che siamo, tutti noi.

Cosa succede quando la fantasia viene tramutata in realtà concreta? #Iosonoqui prova a fornire delle risposte, ma non assolute: tutto viene lasciato nelle mani dello spettatore, chiamato a prendere posizione su un tema più che mai attuale. Latirgau si mette in gioco e viaggia tra i generi, concentrando la sua attenzione sul personaggio, costruendolo con sagacia e maestria. Menzione particolare per l’interpretazione di Alain Chabat, già apprezzato in Prête-moi ta main.

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