Siamo entrati sotto le vostre lenzuola (e sulla lavatrice, sull’angolo del tavolo…) grazie ad una ricerca su amore, sesso e sessualità condotta da Lelo
They ask me why I’m so hot, ’cause I’m Italiano, trilla Damiano David sul palco. Ma è davvero così? Siamo una nazione che sa fare andare le mani come fa andare la bocca? Perché se di sesso se ne inizia a parlare in modo piuttosto libero, complici anche serie tv come Sex Education o Bridgerton, canzoni sempre più disinibite e un maggiore dibattito sui social, diversa sembra la situazione pratica, almeno stando alla fotografia di Lelo, leader mondiale di sex toys. Nessun allarmismo, il maschio latino e la donna dal fascino mediterraneo persistono nelle fantasie e nella pratica, ma il nostro Paese rimane piuttosto tiepido quando si parla di rapporti mensili (meno di 5, in media) e utilizzo dei sex toys, con una nota tradizionalista sui luoghi in cui lasciarsi andare alla passione e una pudicizia marcata sul tema della masturbazione, piacere privato di cui ci viene difficile, ancora oggi, parlare. Eppure la curiosità della nuova leva, formata da millenials e GEN-Z, si dichiara pronta a salpare verso nuovi orizzonti: fantasia, eclettismo, stravaganza, conoscenza sono le basi per un rapporto con il sesso e la sessualità destinato a evolversi, sia singolarmente che in coppia (o in trio, o…). Che inizi il nostro viaggio all’interno delle vostre lenzuola.
Il sesso visto dagli occhi di..
Quanti significati, legami, finalità può avere il sesso? Invitati a descrivere spontaneamente e con una sola parola cosa rappresenta per loro il sesso, gli italiani hanno privilegiato i termini godimento, piacere, amore. Eppure andando a fondo nell’analisi questo comune corso d’acqua si dirama in un due piccoli fiumi.
Le donne hanno una visione romantica, di complicità, unione e intimità mentre gli uomini prediligono l’idea di gioco e divertimento molto più della controparte, accostandola però a un senso di prova, performance, affermazione di sé. Da qui il senso di ansia e paura si affermano come sentimenti provati durante i rapporti, con un picco che si verifica intorno ai 30 anni.
Ma che sia romantico, passionale, sfrenato, moderato, gentile, godiamo del nostro godere? Quasi il 69% si dichiara soddisfatto della propria vita sessuale nell’ultimo anno, ma solo il 23.3% ne è molto soddisfatto, con una percentuale da sottolineare: coloro che hanno un partner non convivente sono più soddisfatti rispetto a una coppia che vive sotto allo stesso tetto (per le donne 79% versus 65%, per gli uomini 83% versus 69%).
La fantasia del sesso, la fantasia nel sesso
A noi italiani piace tradizionale. Rispetto ai luoghi in cui praticare attività sessuale la camera da letto della propria casa non solo è il luogo in cui viene prevalentemente svolta (85.6%) ma è anche il posto preferito in cui farlo (70%) e il più desiderato per il futuro (61.7%). I luoghi più “strani” che stimolano la fantasia sono l’auto, più praticata che desiderata (19.3% vs 13.3%) e all’aperto (12.5% ma desiderato dal 19.7%). Insomma, qui non ci sono sorprese.
Il luogo è chiaro, ma quanto facciamo sesso? La media potrebbe essere meglio di quello che pensiamo, con 4.6 rapporti al mese in media, ma siamo lontani dai dati di altre nazioni. Come scrive Atlas mondial des sexualités, l’Atlante mondiale della sessualità e riportato da La Stampa, la classifica vede ai primi posti i croati (11,2), seguiti da serbi e montenegrini (10,7) bulgari (10,6), francesi e cechi (10) e perfino britannici (con 9,8 rapporti in media al mese).
Oh, il sesso da soli…
Quando si parla di autoerotismo il 17,0% afferma di non averlo mai praticato mentre il 57.5% lo ha fatto nell’ultimo anno. Fortissime le differenze per genere: il 25% delle donne non si è mai masturbata (uomini: 9%), nell’ultimo anno lo ha fatto il 45% (uomini: 70%). E mentre tra le donne la percentuale di praticanti autoerotismo nell’ultimo anno cala con l’età (68% presso le 18-29enni, 50% presso le 50-60enni), tra gli uomini è sostanzialmente stabile (dal 72% prima dei 40 anni al 67% dopo).
A stupirci è anche una percentuale, l’11.2%, che preferisce non rispondere, andando a confermare che sì, parlare di sesso da soli e masturbazione rimane un terreno impervio, una sfera altamente intima che alcuni non si sentono pronti a condividere. Colpisce poi come l’autoerotismo maschile non sia influenzato dalle dinamiche di coppia.
Se per le donne conviventi con il partner la pratica è ridotta (39%) rispetto a quella dei single (50%) e delle non conviventi con il partner (55%), per gli uomini si passa dal 72% dei single al 70% dei non conviventi e 68% dei conviventi. Cosa ci spinge a farlo?
Il raggiungimento del piacere per l’82%, per conoscere se stessi, per necessità e per rilassarsi, mentre la masturbazione di coppia, praticata meno di una volta al mese per il 34% del campione, è vissuta per creare complicità nella coppia e come pratica altruistica: più per dare che per ricevere piacere (46% e 40% rispettivamente) e per conoscere meglio il proprio partner. Un atto di generosa filantropia, vero?
Sex toys: sì, no, forse?
Quasi due terzi degli intervistati ha dichiarato di non aver mai utilizzato sex toys, il 22% li ha utilizzati in passato e solo una piccola percentuale, il 13.5%, li utilizza regolarmente, con maggioranza di uomini e donne giovani. Eppure l’interesse non manca e la ricerca evidenzia che per il futuro le previsioni sono, letteralmente, allettanti. 4 su 10 si dichiarano propensi a utilizzarli mentre il 27.3% non ne conosce alcuno, aprendo prospettive interessanti in termini di nuovi consumatori.
Ma chi fa uso di sex toys, come lo fa e perché lo fa? In coppia per la maggior parte, con un 50% di utenti che li sceglie per rendere il sesso più giocoso, seguito da ricerca di novità e maggiore passione. Lo stesso desiderio di passione che ha intensificato l’utilizzo dei toys in pandemia, con un 27% del campione che ha dichiarato di aver avuto rapporti – singoli o in coppia – utilizzando vibratori, a fronte del 16% che ha iniziato a usarli durante il lockdown e l’11% che ne ha diminuito l’uso.
Eppure se i tex toys ci fanno godere, perché si fa ancora fatica a parlarne apertamente? La ricerca ne evidenza il tabù. Gli italiani, sia user che non user, hanno un’opinione moderatamente positiva dei sex toys ma questi sono rilegati a una sfera privata di cui, in generale, non amiamo discutere. Sono considerati oggetti che permettono di sperimentare e scoprire cosa ci piace, ma sono da tenere per sé o nell’intimità di coppia, senza rendere pubblico nessun dettaglio, pur riconoscendoli come parte integrante di un normale vissuto sessuale (58.7%) e di una sana sessualità (57.2%).
Il futuro del sesso è giovane e luminoso
Il futuro visto attraverso gli occhi delle esperte cosa ci riserva? Sicuramente sperimentazione e curiosità. «Alleggeriti dallo stigma, i sex toys oggi sono totalmente risignificati come oggetti abilitanti del benessere personale. Rimangono ancora, per i più, nella sfera dei tabù culturali, ma li vediamo già in passerella e in luoghi pubblici ‘altri’ dall’intimità domestica, e trasformati in gadget indossabili, divertenti, ostentabili e con un’accettabilità sociale destinata a aumentare. Le pratiche legate a questi oggetti rappresentano un interessantissimo indicatore del cambiamento delle forme del desiderio sessuale, del godimento e soprattutto del consumo di piacere» dichiara la sociologa Patrizia Martello, e in questo noi giovani rappresentiamo il cambiamento. «Le idee degli italiani in tema di sesso, sessualità e vita sessuo-affettiva rivelano novità stimolanti e vecchi stereotipi duri a morire. Da un lato, assistiamo a forti differenze di genere tra uomini e donne che ancora oggi ricalcano modi diversi di affrontare alcuni comportamenti sessuali: la masturbazione solitaria e in coppia, ad esempio, si configura come un aspetto costellato da sentimenti ambivalenti e di vergogna; l’autoerotismo resta infatti una pratica molto diffusa tra gli uomini, molto meno tra le donne» commenta Valentina Cosmi, psicoterapeuta, sessuologa e consulente LELO, «e allo stesso modo, anche le conoscenze relative ai sex toys e a un loro possibile utilizzo restano piuttosto scarse tra gli italiani. Dall’altro lato, colpisce invece positivamente il maggiore utilizzo di questi oggetti da parte dei giovanissimi e delle giovanissime, indice questo, si spera, di un cambiamento più ampio su un piano culturale e sociale».