Jovanotti e le polemiche sul “Jova Beach Tour”: “Mondo ambientalista inquinato come le fogne”

Lo avevano accusato di danneggiare le montagne, abbattere alberi, «strerminare» colonie di uccelli, spianare dune incontaminate, costruire eliporti, disorientare i fenicotteri, prosciugare stagni, trivellare il mare, erodere le coste. Ora Jovanotti si scaglia con violenza contro il mondo ambientalista, colpevole a suo dire di aver sabotato il suo tour nelle spiagge: «Non mi sarei mai aspettato, nonostante non sia un ingenuo rispetto a questo genere di cose, che il mondo dell’associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, cialtroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo, narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al “fact checking” di molte testate. Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato della scarico della fogna di Nuova Delhi!», ha scritto il cantante in un post su Facebook. Quando il musicista aveva iniziato a progettare il «Jova Beach Tour», ricorda, « la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il Wwf per poterli incontrare per raccontare l’idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza. Il Wwf perché è una grande organizzazione storica che non cerca visibilità ad ogni costo ma opera sul campo, la visibilità serve a promuovere attività di difesa e cura dell’ambiente, ha competenze specifiche, è radicata nei territori, ha un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori».

«Jova Beach Party» è stato contrassegnato da continue polemiche da parte di alcune associazioni ambientaliste. Al Plan De Corones il contrasto era stato con Reinhold Messner, ma alla fine il concerto si era tenuto. A Rimini, invece, era stato attaccato dagli esposti alla magistratura di Italia Nostra e diverse associazioni animaliste per la questione dei nidi dei fratini. A Ladispoli sempre per via della nidificazione di volatili il concerto è stato spostato sulla spiaggia di Cerveteri. E poi, in Calabria, dove c’era chi temeva l’impatto sulla «primula di palinuro (Primula palinuri Petagna)» e a Rimini gli ambientalisti lo avevano accusato di mettere a rischio la migrazione dei pulcini.

Addirittura — entra nel merito il cantante — Legambiente e Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) recentemente «sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere (sono emerse storie che superano sceneggiature di commedie grottesche)». «Hanno detto che abbiamo abbattuto alberi, sterminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud-est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari … sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando — ironizza — sia Don Camillo che Peppone». La conclusione, per Jovanotti, è chiara: «Jova Beach Party parla di comportamenti da adottare con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale a centinaia di migliaia di persone intelligenti, aperte, evolute, e non lo fa via Twitter ma sul posto», senza puntare il dito per darsi delle arie». Immediata la replica delle associazioni, come Italia Nostra: «Esterrefatti da linguaggio usato. La sua è una caduta di stile che ci ha lasciato amareggiati». ha chiarito all’Adnkronos la presidente di Italia Nostra Mariarita Signorini in merito al post pubblicato da Jovanotti sul suo profilo.

Silvia Morosi, Corriere.it

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