
Ogni nota di Mia Martini sembrava una confessione. Ogni parola una ferita aperta. La musica e i testi prendevano vita con una voce graffiante e inconfondibile, che ha attraversato la musica italiana lasciando un’impronta indelebile. Oggi, 12 maggio, trascorrono 30 anni dalla morte di Mia Martini. Una grande artista, per Mina (e non solo) “la più grande che abbiamo in Italia“, ostracizzata dal mondo della discografia a causa di false dicerie sul suo conto. Si diceva che portasse sfortuna. E quelle parole, che hanno pesato come macigni, l’hanno condotta alla morte nel 1995. A restituirle quella giustizia che nessuno le ha mai concesso, sono i suoi brani – da ‘Almeno tu nell’universo’ a ‘Minuetto’, passando per ‘Piccolo uomo’ e ‘Gli uomini non cambiano’ – che ancora oggi risuonano come manifesti.
Nata nel 1947 a Bagnara Calabra, da papà Giuseppe (insegnante di latino e greco) e mamma Maria (maestra di scuola primaria), ‘Mimì’, all’anagrafe Domenica Rita Adriana Bertè, era la secondogenita di quattro figlie. Tra queste, la cantautrice Loredana Bertè, che non perde occasione di ricordare la sorella. Mia Martini è entrata nel mondo della musica negli Anni ’60. Ha iniziato a farsi notare negli Anni ’70, presentando il brano ‘Minuetto’ al Festival di Sanremo del 1972 condotto da Mike Bongiorno. Non ha vinto quell’edizione, eppure da quel momento la sua carriera è decollata. In quel periodo, c’è stato anche spazio per l’amore con il cantautore Ivano Fossati, una relazione segnata dalla gelosia di lui, come ha dichiarato più volte Mia. Nei primi Anni ’80, le maldicenze sul suo conto hanno messo a dura prova la sua carriera. Si diceva che portasse jella. E l’artista non è più riuscita ad andare avanti. In un’intervista risalente a tempi passati, raccontò: “C’era gente che aveva paura di me, che rifiutava di partecipare a manifestazioni in cui avrei dovuto essere presente. Un manager mi pregò di non partecipare a un festival, poiché nessuna casa discografica avrebbero mandato i propri artisti con me. Era già tutto assurdo, così decisi di ritirarmi”.
Poi, nel 1989, il ritorno che l’ha portata al grande successo con ‘Almeno tu nell’universo’, presentato a Sanremo. Ritornò al festival nel 1990, replicando il successo dell’anno precedente con ‘La nevicata del ’56’. Tra i tantissimi brani che continuano a attraversare il tempo ci sono anche ‘Cu’ mme’, in duetto con Roberto Murolo, e ‘Gli uomini non cambiano’, presentato a Sanremo nel 1992.
Nel 1995, fu trovata deceduta nella sua abitazione dal manager Nando Sepe. La Procura aprì un’inchiesta e il decesso fu attribuito a un arresto cardiaco. Ancora oggi, le cause rimangono avvolte nel mistero. Col tempo si sono susseguite diverse ipotesi, si è parlato di un’overdose ma anche di un suicidio, sempre smentito dalla famiglia, a partire dalla sorella Loredana. Con Mia Martini ha sempre avuto un legame stretto, fatto di alti e bassi, ma ha sempre rimpianto di non esserle stata vicina: “Il telefono di casa iniziò a squillare ma non risposi. Quella sera morì Mimì e io rimarrò sempre con il dubbio di aver perso la telefonata della vita”. Questo “non me lo perdonerò mai”.
A 30 anni dalla morte di Mia Martini, esce ‘Tarab’, l’album con canzoni inedite e reinterpretazioni di brani già noti proposti con nuovi arrangiamenti, prodotto artisticamente da Maurizio Piccoli, disponibile in formato digitale, cd e in doppio Vinile Crystal (Nar International/Warner Music Italy). “Quando Maurizio Piccoli mi ha contattato per chiedermi di occuparmi della produzione di questo progetto, senza esitazioni ho detto sì e – afferma Massimo Massagrande, produttore esecutivo – ho notato da subito l’impegno di tutte le persone coinvolte nel voler realizzare un progetto di qualità che esprimesse al meglio l’ammirazione e il rispetto per Mia Martini“.
Tarab deriva dall’arabo tarabi, che significa “agitarsi”, “danzare” o “divertirsi con la musica”. Questa parola incarna uno stato di estasi, quel momento magico che si prova ascoltando una melodia che ci tocca profondamente, permettendoci di distaccarci dalla realtà e trasportarci in un altro luogo. È una delle poche parole al mondo che non può essere tradotta in un’altra lingua con un solo termine, ma richiede più parole per essere spiegata accuratamente.
Ad accompagnare l’uscita, il singolo ‘Il fiume dei profumi’ è in rotazione radiofonica. Nella versione del 1992, pubblicata nell’album ‘Lacrime’, era possibile ascoltare il brano scritto, suonato, arrangiato e prodotto da Biagio Antonacci. Nella versione inedita, l’ascoltatore ritorna nella casa di Antonacci, all’ottavo piano di via Fiordalisi a Rozzano, dove potrà ascoltare il provino originale registrato nell’inverno del 1991, quando la grande Mimì interpretò per la prima volta il brano, accompagnata dallo stesso Antonacci, un giovane cantautore destinato a un grande successo, con la sua tastiera Yamaha DX7.
“L’idea di omaggiare il trentennale della scomparsa di Mia Martini è emersa all’inizio del 2024. Fin dal primo momento, il progetto ha preso forma attorno all’elaborazione di brani, rarità inedite e performance vocali, anch’esse inedite, fruibili solo in rarissime registrazioni dal vivo o create in studio durante le prove per i concerti. Il lavoro è andato avanti su due fronti: da un lato utilizzando esclusivamente la voce presente nelle registrazioni originali in audiocassette e Dat, dall’altro costruendo nuovi arrangiamenti per la maggior parte dei brani, con l’intento di rivestire la sua magnifica voce di suoni e ritmi più moderni. Un motto mi ha guidato in quest’anno di lavoro: regalare a Mimì una nuova primavera dopo quel maggio rubato nel 1995. Il risultato finale è stata per me una sorta di quotidiana interazione con Mimì e la sua preziosa voce, presente in una quarantina di brani scelti inizialmente, su cui ho lavorato in contatto costante con Franco Canuto, ricevendo i suoi preziosi e partecipativi consigli, da profondo conoscitore dell’artista. Il suo contributo è stato fondamentale per portare a termine questo progetto, che celebra le diverse sfaccettature musicali e interpretative di Mia Martini, che da oltre cinquant’anni continua a regalarci forti emozioni.