
Taylor Swift ha finalmente trionfato nella sua battaglia più personale e simbolica: il diritto di possedere la propria musica. Dopo anni di conflitti, strategie alternative e dichiarazioni pubbliche, la popstar statunitense ha comunicato di aver riacquistato i master – le registrazioni originali – dei suoi primi sei album: Taylor Swift, Fearless, Speak Now, Red, 1989 e Reputation. “Tutta la musica che ho composto ora mi appartiene”, ha dichiarato sul suo sito ufficiale. “È il sogno più grande che finalmente si avvera. Non riuscivo a trattenere le lacrime di gioia”.
La controversia è iniziata nel 2019, quando il manager musicale Scooter Braun – noto per aver fatto decollare le carriere di Justin Bieber e Ariana Grande – ha acquisito la Big Machine Records per circa 300 milioni di dollari, etichetta con cui Swift aveva firmato in gioventù. Includendo in quel pacchetto i master delle sue canzoni pubblicate tra il 2006 e il 2017, Swift ha contestato quell’operazione sia sul piano legale che morale, accusando Braun di aver ostacolato la sua carriera e di aver partecipato a episodi di bullismo mediatico, specialmente durante il suo famoso scontro con Kanye West.
Dopo aver negata ogni possibilità di riacquisto diretto, Swift ha scelto di intraprendere un’altra strada: ri-registrare ogni album perduto e pubblicarli sotto il marchio Taylor’s Version. Questa mossa rivoluzionaria nell’industria musicale mirava a sminuire il valore commerciale dei master originali e a ristabilire il controllo creativo sull’opera. Fino a oggi, Swift ha rilasciato quattro di queste nuove versioni: Fearless, Red, Speak Now e 1989, tutte accolte con entusiasmo da fan e critici, spesso arricchite da inediti e curate con grande attenzione ai dettagli.
Non è noto quanto Swift abbia pagato per riottenere i master. Secondo alcune fonti, le cifre variano tra i 600 milioni e un miliardo di dollari, anche se per alcuni esperti si tratta di stime eccessive. Ciononostante, è certa una cosa: la cantante, ora 35enne, può finalmente decidere in autonomia come e dove utilizzare la propria musica, tra film, serie, pubblicità e videogiochi. Una libertà che in passato le era stata negata, nonostante fosse autrice o coautrice di tutti i suoi brani.
In una lettera toccante ai fan, Swift ha condiviso: “Ho quasi smesso di sperare che questo potesse accadere. Dopo vent’anni in cui la carota mi è sempre stata mostrata, solo per essere poi strappata via, avevo smesso di crederci”. Oggi, grazie anche al successo colossale dell’Eras Tour – un tour globale che ha fruttato oltre due miliardi di dollari in due anni – Swift ha avuto i mezzi e il potere contrattuale di concludere questa vicenda.
Curiosamente, l’unico album che Swift non ha ancora ri-registrato è proprio Reputation (2017), il suo lavoro più oscuro, scritto durante il conflitto con i media e l’industria musicale. “È l’unico disco che pensavo non potesse essere migliorato”, ha confessato. Ha aggiunto che per questo ha sempre rimandato l’operazione. Ora che la proprietà è tornata tra le sue mani, anche questo capitolo potrà “riemergere” al momento opportuno, non come rivendicazione, ma come celebrazione. Nel frattempo, Swift ha confermato di aver già completato la ri-registrazione del suo album di debutto del 2006, Taylor Swift, e di essere pronta a rilasciare materiale inedito dagli archivi di Reputation, se il pubblico ne sarà interessato.
La vicenda di Taylor Swift ha avuto un impatto significativo sul modo in cui oggi si discute di diritti musicali, proprietà intellettuale e potere contrattuale degli artisti. Swift ha dichiarato di sentirsi fiera quando musicisti emergenti le raccontano di aver negoziato clausole di proprietà nei loro contratti ispirati dalla sua esperienza. “Ogni volta che un nuovo artista mi dice di aver ottenuto la proprietà dei propri master grazie a questa battaglia, mi rendo conto di quanto fosse cruciale che tutto questo accadesse”.
In un settore spesso caratterizzato da dinamiche opache e squilibri di potere, Taylor Swift ha dimostrato che anche le regole più consolidate possono essere cambiate. Non solo attraverso la forza commerciale, ma anche con la consapevolezza dei propri diritti e la determinazione, rara, di una artista che ha sempre saputo essere autrice, imprenditrice e simbolo di una generazione.