
‘Scippare’ Sanremo alla Rai? In Warner Bros Discovery, la valutazione riguardo all’opportunità di partecipare alla competizione per l’organizzazione del festival è ancora in corso, ma secondo quanto riferito, i vincoli, in particolare quelli relativi ai risultati d’ascolto, sono considerati quasi proibitivi.
Dopo l’annuncio di interesse da parte della Rai (il termine scade il 19 maggio), tutti si interrogano su cosa deciderà di fare il gruppo televisivo statunitense, che possiede vari canali in chiaro in Italia, tra cui Nove e Real Time. Questa domanda è emersa anche in seguito a un’intervista pubblicata su un noto quotidiano il 6 febbraio, dove il Managing Director di Warner Bros Discovery per il Sud Europa aveva accennato al fatto che, se ci fosse stata una competizione per Sanremo, il gruppo americano avrebbe seriamente considerato di parteciparvi. “Qualsiasi gruppo editoriale prudente valuterebbe l’opportunità commerciale di acquisire i diritti del Festival, se questa si presentasse in modo certo e definito”, aveva dichiarato.
Attualmente c’è una competizione, ma non si tratta della semplice acquisizione dei diritti tv di un festival. In gioco c’è l’organizzazione dell’evento per conto del Comune di Sanremo, che ha incluso nel bando una serie di condizioni vincolanti, legate anche alla storia della manifestazione e a come è stata finora gestita dalla Rai (dalle location agli eventi collaterali), e soprattutto ai risultati d’ascolto ottenuti nelle ultime cinque edizioni.
Il bando prevede che il Comune di Sanremo possa, “senza costi, risarcimenti o indennità a proprio carico, interrompere il rapporto con il partner in caso di edizioni che ottengano risultati d’ascolto inferiori di 15 punti rispetto alla percentuale media degli ascolti delle cinque edizioni precedenti del Festival”.
Quindi, chi si aggiudicherà il bando, per non perdere l’evento, dovrà raggiungere almeno il 50% di share, considerando che le ultime edizioni hanno superato il 65%. Una percentuale che, in modo realistico, è difficile pensare che i canali Warner Bros Discovery possano conseguire, anche nel caso di una trasmissione simultanea.
Anche perché la Rai, nell’improbabile ipotesi di non aggiudicarsi il bando, non rimarrebbe a guardare di fronte alla possibilità di perdere l’evento più seguito nei propri palinsesti; sarebbe pronta a organizzare un nuovo festival in un’altra location, utilizzando la capacità produttiva già dimostrata per la gestione dell’Eurovision Song Contest di Torino nel 2022. Inoltre, in Warner Bros Discovery, non sarà particolarmente incoraggiante il fatto che, finora, il presentatore abbia registrato performance non entusiastiche sul Nove (l’esordio del nuovo programma ha ottenuto solo il 2,4% di share). Anche la presenza di Amadeus, che ha portato il festival a livelli record dal 2020 al 2024 come conduttore e direttore artistico, non sembra essere un gran vantaggio.
L’unico altro gruppo televisivo che, teoricamente, potrebbe ambire al 50% di share con una sua edizione di Sanremo, oltre alla Rai, è Mediaset. Tuttavia, le dichiarazioni rilasciate da Pier Silvio Berlusconi dopo la sentenza del TAR della Liguria, che ha posto fine all’assegnazione diretta del festival dal Comune alla Rai, non lasciano presagire un serio interesse: “Mi sembra che la situazione sia ancora troppo confusa per esprimere un giudizio; non riesco nemmeno a pensare se potrebbe interessarci”, ha detto. Poi ha aggiunto: “In ogni caso, penso che Sanremo sia un pezzo della Rai e che quest’ultima sia il vero motore e la vera forza del festival. Pertanto, come italiano, auspico che il Festival resti in Rai“. Queste parole sembrano lasciare poco spazio a ulteriori interpretazioni.