
Ci troviamo di fronte a qualcosa che trascende la mera cronaca, un fenomeno che, con la delicatezza di un fiore che sboccia, rivela la sua intrinseca magnificenza. Non è un semplice evento, ma un’elegante fioritura di intenti, germogliata da quel giardino illuminato che è “O Anche No”, di Paola Severini Melograni, la trasmissione di Rai 3 che, con la sua ineguagliabile prospettiva sulla disabilità positiva, ha saputo infondere un’anima nuova alla percezione del mondo. È il “Festival C.C.E. – Calcio Comunità Educante” che, con la grazia di una melodia ben composta, ritorna sulla scena, dimostrando come le più profonde e significative delle realizzazioni nascano spesso dalle sfumature più sottili e armoniose.
L’inizio. Un’apertura che sa di anticipazione, di promessa. Venerdì 30 maggio, il sipario si alza al Castello di Gradara, lì dove le mura antiche racchiudono storie e ora, ne racconteranno una nuova. Il cuore della serata? Una cena. Giancarlo Morelli, lo chef che ha disegnato la cucina del Pomiroeu di Seregno, abbandona per una sera i suoi fuochi abituali. Non per una guest star qualsiasi, ma per guidare una brigata. E la brigata è il vero spettacolo: giovani con disabilità, provenienti da ogni angolo d’Italia, uniti da una passione e da un’opportunità.
Come immaginare la tavola che verrà? Non si tratta di semplice attesa, ma di una curiosità vivace per ciò che si annuncia. Da Asti, eccoli, i ragazzi dell’Albergo Etico, con quella loro esperienza che ormai tesse da quasi un ventennio una trama robusta di autonomia: portano il mestiere, la prontezza del servizio. E dal Trentino, con l’aria fresca che sembra ancora addosso, ecco la Locanda Il Barba, chissà quali aromi sottili porteranno, quali gesti pazienti.
Ma la terra friulana, ah, quella è una sorpresa. Non solo l’uva, che già per sé è un prodigio, trasformata in vino eccellente dall’azienda agricola Specogna, ma anche una presenza discreta, quasi silenziosa, eppure di una forza incredibile: Fabio Capello. Un nome che evoca rigore e una visione che va oltre il campo, un segno.
E poi, sulla tavola, cosa vedremo? Le pizze di Pit’sa, da Bergamo, fatte con mani che sembrano dipingere e che promettono leggerezza e un sapore schietto, vegetariano, quasi inatteso. E la pasta, quella del Trentino, che si annuncia già alta, robusta, quasi un monolite, e sarà accompagnata da una Birracca marchigiana, nata da un’idea che sa di terra e di lavoro, di mani che impastano, sì, ma anche destini. Da Trani, dalla Locanda Il Giullare, si prevede un secondo piatto che non è solo cibo, ma racconto, un piccolo dramma gustativo che celebra l’inclusione. E a sigillare il tutto, la dolcezza sincera, senza fronzoli, di Frolla, il microbiscottificio delle Marche che trasforma le speranze in una fragranza che riempie l’aria.
In sala, un balletto di movimenti precisi, la danza misurata dei ragazzi dell’Albergo Etico, che sono anche il primo volto, il primo sorriso di benvenuto. E non mancheranno le presenze che aggiungono calore, che arricchiscono il frastuono gioioso di una festa: Edoardo Raspelli, nella seconda foto, Silvio Garattini, Armando Massarenti, Alma Manera, nella terza foto, e poi la Compagnia Il Giullare, e le note di Santino Spinelli & Alexian Group. Si preannuncia non una semplice serata, ma un vero e proprio convivio, un trionfo di sapori e di incontri.
Il giorno dopo, sabato 31 maggio, l’epicentro si sposta. A Coriano, nella Comunità di San Patrignano. Qui, la partita non è solo tra due porte, ma si gioca sul campo delle idee. Sport come veicolo. Disagio giovanile e barriere psicofisiche. Si alternano allenamenti, come quello dell’Inter AIB Special, a panel che scavano in profondità: antisemitismo, bullismo, abbandono scolastico. L’allenatore, non solo un tecnico, ma una figura educativa. Le squadre, tra cui la Real Eyes Sport, non sono solo atleti, ma storie. E a premiare, la presenza istituzionale di Flavio Siniscalchi, capo dipartimento per lo Sport. Nomi come Silvio Garattini, Daniele Cassioli, Renzo Ulivieri, Alessandra Servidori, voci che aggiungono peso e direzione al dibattito. La giornata si chiude con l’energia cruda, vibrante, dei Crooel Monroe.
Domenica 1° giugno, l’onda del Festival arriva a Gabicce Mare. Eventi sportivi, ancora con la Real Eyes Sport, a riempire l’aria di movimento. E poi, la parola. La poesia di Davide Rondoni, l’occhio di Umberto Pizzi che cattura l’essenza. E un omaggio. “Pier Paolo Pasolini e il calcio”, una mostra fotografica che celebra il legame profondo dell’intellettuale con il gioco, con i più fragili, a cinquant’anni dalla sua morte. Un libro collettivo, tredici voci che si fondono, a raccontare, a spiegare. E per chiudere, un panel. Il gender nel calcio, un dialogo aperto, necessario, a cura di Arcigay e La Tenda di Gionata.
Questo Festival è come una sinfonia rara, un’armonia fragile e perfetta, che si ascolta con il cuore in sospeso, temendo che un sospiro possa dissolverla. Ogni strumento vi suona con grazia, ogni nota si fa portatrice di un segreto, ogni pausa sussurra il suo intrinseco valore. Non è un semplice evento fissato su un calendario, ma una narrazione che si disvela con il languore di una poesia eterna, un arazzo intessuto di gesti lievi e sguardi che promettono mondi nuovi.
Qui, la disabilità non è un confine, ma il cardine di una visione sublime, più vasta e più luminosa di quanto l’ordinario sguardo possa immaginare. Quando la si contempla con occhi puri e un animo sgombro di pregiudizio, essa si rivela per ciò che realmente è: una chiave dorata, capace di spalancare porte che conducono a regni inesplorati, una melodia che dal silenzio nasce e al silenzio dona il suo senso.
E questa televisione, specchio lucente, non inganna. Rivela. Accoglie. Un mondo possibile, dove la fragilità è musa, non condanna. Il primo passo. Storie mai raccontate, finalmente nate.