
Pinguini Tattici Nucleari non si limitano a esibirsi in un concerto: con le prime note di ‘Hello World’ e 300 kg di coriandoli pixelati sparati da 18 cannoni, stanno proclamando la loro trasformazione in una potenza pop generazionale, capace di visione, emozione e spettacolo. Già dall’inizio, si avverte un colpo di teatro che elimina ogni clichè. Per un attimo, il palco e la band svaniscono, lasciando spazio a un’esplosione di colori. Questo è il perfetto inizio per le due date sold out a San Siro (120mila biglietti venduti, 420mila per l’intero tour), confermando il gruppo come uno dei fenomeni più rilevanti del pop contemporaneo in Italia.
“Entrare a San Siro è sempre un’esperienza intensa – condivide il frontman Riccardo Zanotti – è un tempio della musica. Siamo consapevoli della responsabilità di dare il massimo”. E infatti lo fanno. Lo spettacolo evolve in un’esperienza immersiva che esplora il legame tra umanità e intelligenza artificiale, nostalgia e comunità. “I coriandoli? – spiegano – di solito arrivano alla fine, perché rappresentano un momento ‘wow’ dei concerti. Noi li abbiamo voluti all’inizio, per sorprendere il pubblico con ciò che accade durante lo show. La musica è solo uno degli aspetti di questa esperienza”. I Pinguini hanno ragione.
Il fulcro dello spettacolo è un grande mandala circolare sospeso, ispirato al computer di ‘Guida galattica per autostoppisti’, decorato con motivi pixelati che si ritrovano anche sul palco e sulle chitarre, capace di “dialogare” con il pubblico. Dopo ‘Alieni’, Riccardo prende la parola per introdurre i brani, riflettendo sul significato dell’esistenza e sull’incapacità di esprimere emozioni. “È il nostro oracolo – affermano i Pinguini – a volte non comprendiamo nemmeno noi stessi, ma ci guida nel corso dello show”. Anche gli schermi diventano elementi vitali della narrazione: lo stile richiama i videogioco degli anni ’80, con un avatar di Riccardo che incontra i membri della band, trasformati in versioni realistiche o stilizzate. Questo effetto raggiunge il suo apice in brani come ‘Verdura’, ‘La banalità del mare’, ‘Giulia’ e ‘Pastello Bianco’, dove le riprese live vengono reinterpretate in tempo reale grazie alla tecnologia Ai e al morphing visivo.
La scaletta parte in modo esplosivo: ‘Giovani Wannabe’, ‘Ringo Starr’, ‘Romantico ma muori’, massimizzano subito l’impatto emotivo, scatenando un boato tra il pubblico. Gli spettatori saltano in piedi mentre i Pinguini alternano classici e nuove canzoni, con momenti di intensa emozione in ‘Rubami la notte’, ‘Scrivile scemo’ e nuove perle come ‘Lake Washington Boulevard’ e ‘Hold On’, che mostrano l’evoluzione sonora della band verso un’elettronica equilibrata e suggestiva. Il pubblico partecipa attivamente, cantando da ‘Coca Zero’ a ‘Migliore’, quest’ultima introdotta da un toccante videomessaggio di Chiara Tramontano, sorella di Giulia Tramontano, vittima di un tragico omicidio nel 2023. “Possiamo immaginare un mondo migliore” dice Chiara, accolta dagli applausi. I Pinguini hanno riflettuto a lungo sul video e sulla sua posizione in scaletta: “La chiusura è altrettanto importante di un inizio, e si deve decidere se far ballare, ridere o piangere”.
Tra i momenti più teatrali, spicca una fisarmonica che, prima di ‘Piccola volpe’, si solleva in aria senza alcun supporto visibile: un trucco ispirato al teatro di magia, che aggiunge un tocco di surrealismo allo spettacolo.
Il finale è dedicato a ‘Titoli di coda’, concepito per essere cantato attorno a un falò. Il palco si accende con passerelle in fiamme, un braciere acceso e il mandala che si anima con un anello di fuoco. Non ci sono bis, nessun rientro. Solo una telecamera che segue i Pinguini fino ai camerini, dove avviene l’ultimo saluto. Intimo e coeso. Alla fine, nessuno desidera realmente andarsene. San Siro applaude, esausto e felice. I Pinguini ringraziano, consapevoli di aver colto nel segno. Il pop italiano può ancora sorprendere dal vivo e comunicare chiaramente. Lo sanno, e desiderano ribadirlo: “Noi siamo noi, non serve fare paragoni. Abbiamo la nostra storia e la nostra musica, e ciò che portiamo sul palco racconta chi siamo”.