
Questa è l’epoca del selfie: l’ultimo decennio ha dato vita a un nuovo io, idealizzato, esibito e condiviso sui social. Sono nati musei del selfie che offrono sfondi speciali, poiché collezionare immagini di noi nel mondo non basta più. Secondo alcuni, questa nuova identità digitale potrebbe svuotarci della nostra interiorità. L’arte offre una prospettiva privilegiata su questo aspetto del mondo contemporaneo. Questo tema è esplorato in “Indagine sull’autoritratto”, che andrà in onda in prima visione mercoledì 28 maggio alle 21.15 su Rai 5 durante l’“Art Night”, con Neri Marcorè.
L’autoritratto ha uno status del tutto unico nella storia dell’arte: si colloca all’incrocio di almeno tre elementi fondamentali: l’artista, la sua opera e la sua persona, intesa sia come personaggio pubblico che l’artista desidera rappresentare, sia come individuo con la sua autentica essenza, i suoi tratti distintivi, sia fisici che caratteriali. Creare un proprio volto che resti per sempre può mettere in crisi anche l’artista più sicuro di sé. Ma c’è una differenza tra un selfie e un autoritratto? Questo è stato il punto di partenza di questo viaggio a Parigi insieme a Dominique Cardon, sociologo del Médialab dell’università di SciencesPo.
Il documentario, ideato da Linda Tugnoli e prodotto da Mark in Video in collaborazione con Rai Cultura, è stato girato in Italia e in Francia, combinando in modo innovativo tecniche di animazione con intelligenza artificiale a quelle tradizionali di ripresa e grafica.