Kat Von D e Prayers: una notte di darkwave e goth a Milano

Kat Von D e Prayers: una notte di darkwave e goth a Milano

E’ una Milano alternativa quella che accoglie Kat Von D e Prayers alla Santeria Toscana. I due artisti, in Italia per il tour europeo, trasformano il palco in un altare per celebrare la loro liturgia darkwave, attingendo a piene mani a immaginari punk e synthwave. Tra il pubblico in attesa, il nero è il colore dominante, nonostante il caldo opprimente: t-shirt, bustier, catene e scarpe con tacco altissimo sono ovunque. Se Kat Von D rappresenta la sensualità gotica, Prayers incarna un’energia più cruda. Rafael Reyes, al fianco di Kat anche nella vita privata, sale sul palco con intensità, in un set che si presenta grezzo e diretto, carico di significato. Indossando pantaloni di pelle, t-shirt di rete e un lungo drappo di pizzo sull’asta del microfono, è accompagnato da Chino e Glare, membri della sua crew, che, armati di enormi machete, mostrano i tatuaggi che ricoprono il loro corpo.

Tra i brani in scaletta ci sono ‘From Dog to God’, ‘Gothic Summer’ e ‘La Vida Es un Sueno’, che fondono minimalismo synthpunk, ritmi martellanti di drum machine e spoken word urbano. Come consuetudine, non manca la dedica alla moglie nel brano ‘Perfect for you’. Chi non ha mai sentito parlare del cholo goth rimarrà sorpreso nel sapere che questo genere è nato a San Diego per mano dello stesso Rafael Reyes: una fusione tra la cultura chicana dei quartieri latini e l’estetica gotica europea, capace di mescolare spiritualità indigena e codici da barrio, raccontando temi di rabbia, fede, emarginazione e orgoglio identitario. Non si tratta solo di un genere musicale, ma di un’identità culturale e politica a tutto tondo, che trascende unghie dipinte di nero e magliette di rete. Reyes sul palco ne è il portavoce assoluto: non canta, ma narra con un flow incisivo e sicuro.

Alle dieci ecco apparire Kat Von D, al secolo Katherine von Drachenberg. Vestita con una tutina nera aderente, un lungo caschetto scuro e una cintura imponente in vita, incarna l’icona gotica per antonomasia. Ma non è solo questo: musicista, icona di bellezza e tatutrice di origini messicane-argentine, regala ai fan un set visivamente ipnotico e sonoramente coeso, confermando la sostanza del suo progetto musicale. Ha all’attivo numerose collaborazioni, da Linda Perry delle 4 Non Blondes a Alissa White-Gluz, frontwoman dei Arch Enemy, per non parlare di ‘Love Made Me Do It’ (2021), con il quale la regina dell’inchiostro si è liberata dai cliché, costruendo una proposta convincente. Dal vivo, brani come ‘Vampire Love’, ‘Exorcism’ e ‘Illusion’ lo dimostrano, rivelando una scrittura solida, incentrata su melodie eleganti e un’estetica sonora che trae ispirazione da Depeche Mode, The Cure e Siouxsie and the Banshees, ma con una vocalità più introspettiva.

La performance alla Santeria è visivamente impeccabile: Kat Von D è magnetica e mai distante. Al termine del set, si ferma per firmare autografi e posare per selfie con i fan. “Non tornavo a Milano da 10 anni – commenta – vorrei saper parlare italiano per dirvi quanto sono felice di essere qui”. Quello che rende questa doppia performance affascinante, più ancora che nei singoli show, è la complementarità tra i due artisti. Se Kat Von D costruisce atmosfere decadenti, incentrate sull’ossessione romantica, Prayers affronta l’identità culturale e l’estetica dell’outsider, lontana dalle tendenze mainstream.

Tra i momenti salienti del live milanese, ‘Set Myself On Fire’ e ‘I Am A Machine’, mentre il finale è affidato a ‘Black Leather’, cover dei Prayers, che chiude l’encore con Kat Von D e il marito Rafael sul palco, quasi a voler sancire definitivamente l’unione tra i due mondi. Il concerto alla Santeria è prova di come si possa creare musica alternativa mescolando generi e culture apparentemente distanti e inconciliabili: il calore della lingua e della cultura ispanica si unisce al nero del gotico e ai suoni sintetici e freddi dell’elettronica. Kat Von D e Prayers sono alfieri di un genere sotterraneo ma coinvolgente. Fuoco e ghiaccio non sono mai stati così vicini.

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