
Sette vite, sette storie, un solo gatto nero che compare sempre quando è necessario. Federico Santaiti, regista di artisti del calibro di Annalisa, Ligabue ed Ed Sheeran, e figura molto amata nel web grazie ai suoi sketch felini, torna con un romanzo capace di scaldare il cuore. ‘Il gatto dai sette nomi’ è un viaggio tra le fragilità e i sogni di sette personaggi differenti, uniti da una presenza misteriosa che non pronuncia parole, ma cambia radicalmente tutto: un semplice gatto nero.
Santaiti ha scoperto l’amore per i gatti in età adulta, un’esperienza tardiva. “Fino al 2015 non avevo mai avuto gatti in casa. Anche se ho sempre avuto una grande passione per gli animali, se ci fossimo visti prima del 2015 e mi avessi chiesto: ‘Preferisci cane o gatto?’, probabilmente ti avrei risposto cane”. Questa preferenza, spiega, nasce da pregiudizi comuni: “Ero un po’ vittima dello stereotipo legato al gatto che si affeziona alla casa, che è sfuggente e che non mostra affetto: ovviamente tutte falsità.”
A cambiare drasticamente la sua percezione è stata una gattina nera e spelacchiata, Blacky. “Era l’estate del 2015. Mi trovavo in vacanza in Valle d’Aosta, dove di solito trascorro le ferie, e questa gattina iniziò ad avvicinarsi, cercando coccole e cibo. All’epoca ero così inesperto che non mi ero accorto che fosse incinta.” Pochi giorni dopo, sul terrazzo di casa, sono nati tre cuccioli. “Li abbiamo tenuti tutti fino allo svezzamento. Alla fine ho deciso di tenere Blacky e uno dei cuccioli, Thorin. Gli altri due sono rimasti in famiglia.” I nomi, racconta, sono nati un po’ per caso e un po’ dal cuore: “Con Blacky non ho avuto molta fantasia… era quasi completamente nera, eccezion fatta per una piccola macchia bianca. Thorin, invece, deriva da uno dei libri che più mi hanno appassionato: Lo Hobbit. È uno dei protagonisti.”
A casa Sanitati oggi c’è anche Ragù, un gatto rosso adottato qualche anno fa, salvato anche lui dalla strada: “Faceva parte di una cucciolata recuperata da alcune volontarie nella provincia di Torino. Quando abbiamo visto l’annuncio, io e la mia ragazza abbiamo deciso di prenderne a casa uno.” Quella gattina nera e spelacchiata ha cambiato tutto, anche a livello lavorativo. “Ora non potrei più immaginare la mia vita, la mia casa, senza la presenza di almeno un gatto.” È proprio dall’incontro con il mondo felino che nasce il nuovo romanzo ‘Il gatto dai sette nomi’, edito da Rizzoli, che giunge dopo il successo di ‘Fatti i gatti tuoi’. Rispetto al primo libro, “che era una sorta di trasposizione cartacea dei contenuti pubblicati online”, qui c’è un cambio di direzione: “Sentivo il desiderio di scrivere finalmente una storia vera e propria, un romanzo.”
Il protagonista è un gatto nero. “Forse l’unico elemento che ho preso dalla mia vita reale.” Per il resto è una storia completamente inventata, ma realistica. “Non c’è magia, non c’è il gatto che parla. È una storia ambientata ai giorni nostri, con un gatto che compare silenziosamente nella vita di sette persone. Quando meno se lo aspettano, ma quando ne hanno più bisogno. E la sua presenza silenziosa – ma non troppo – li aiuta a superare le difficoltà quotidiane.”
Il ‘Gattaro del web’, come lo chiamano dal 2017, non ha mai visto quel soprannome in modo negativo. Anzi. “Forse siamo un po’ vittime della figura della gattara dei Simpson… A me è stato dato quando si è reso necessario etichettare ciò che facevo online. Chiamarmi Gattaro suonava bene e facilitava la situazione. Ne sono molto felice: sono portavoce di una nuova ondata d’amore per i gatti, non più limitata solo alla sfera femminile: sempre più uomini si dichiarano gattari.” Santaiti è anche molto impegnato nella responsabilità verso gli animali sui social. “Dal 2017 in poi, quando i miei canali sono stati invasi dai gatti, ho sempre cercato di contribuire alle adozioni.”
Avendo accolto i miei gatti dalla strada, mi sento profondamente connesso a questo argomento. È nato anche un gruppo, Amici Gattari, con oltre 90mila membri, e una sezione dedicata esclusivamente alle adozioni. Una comunità forte, ma anche con una visione chiara di ciò che non desidera diventare.
Purtroppo, sui social vediamo contenuti che mirano alla visualizzazione a scapito degli animali. Alcuni diventano virali per motivi terribili. Ti faccio un esempio: i video in cui si mette un cetriolo dietro il gatto. Quando lui si volta e lo vede, salta in aria per la paura. Queste situazioni sono inaccettabili. Dovremmo smettere di riderne e iniziare a segnalarle.
Nel mio mondo, i gatti non sono semplici oggetti da fotografare, ma veri compagni. Mi dicevano che l’addomesticamento felino fosse impossibile. Ma, in soli due giorni, i gatti che sono entrati in casa mi hanno addomesticato.
Per chi si prepara ad affrontare la prima esperienza con un gatto, ho un consiglio semplice e sincero: preparatevi a un vortice di emozioni. Soprattutto se si tratta del primo. Potrebbe rivelarsi un amore inaspettato e inedito, del quale non avreste mai pensato di poter beneficiare grazie a un gatto. Non so se abbiano sette o nove vite come sostengono gli anglosassoni, ma mi piace pensare che, in modo altruista, i gatti salvino almeno sette vite nella loro unica esistenza.
Federico Santaiti sarà in tour a giugno con il ‘Gatto dai sette nomi tour’ per incontrare il pubblico. Tra le prime città annunciate ci sono Roma, Napoli, Parma, Milano, Torino, Brescia, Vincenza e Monza.