Elisa, la prima volta a San Siro è eco-friendly

Elisa, la prima volta a San Siro è eco-friendly

Un concerto-evento che unisce arte, sostenibilità e una visione collettiva. Il 18 giugno prossimo, Elisa si esibirà per la prima volta a San Siro con un live che ha già registrato il tutto esaurito da mesi. Non si tratta solo di un concerto, ma di una vera e propria rivoluzione verde, con un’idea chiara al centro: l’arte può essere il motore del cambiamento. Dopo oltre vent’anni di carriera, l’artista sceglie lo stadio più iconico d’Italia per lanciare un messaggio forte: anche i grandi eventi possono e devono essere sostenibili. Come? La produzione dello show ha fatto scelte audaci: dal palco alimentato a biocarburante HVO, ricavato da materiali di scarto e biomassa agricola, capace di ridurre le emissioni fino al 70%, al potenziamento dei trasporti pubblici, passando per la raccolta differenziata e il riutilizzo dei vestiti in collaborazione con Vesti Solidale. Non un semplice ‘concerto green’, ma una concreta attuazione di azioni tangibili, misurabili e replicabili.

“Ciò che mi motiva è un senso di responsabilità civica. Non si tratta di un obbligo, ma di un impegno morale e sociale – afferma Elisa -. Viviamo in un’epoca in cui il cambiamento climatico è palese, eppure ci sono ancora persone che lo negano. Dove c’è cultura, c’è consapevolezza. Per fortuna, un seme educativo è già stato piantato nelle nuove generazioni e sta dando frutti. Dove c’è cultura, si può progredire”. L’idea alla base di questo progetto scaturisce dal desiderio di proseguire in maniera coerente il percorso iniziato negli ultimi anni, “cercando di essere sempre più attenti all’impatto ambientale – spiega Elisa -. La nostra squadra è cresciuta e volevamo realizzare qualcosa di significativo. Gli eventi negli stadi hanno un elevato impatto ambientale, così abbiamo intrapreso azioni reali per cercare di fare la differenza”. Prima artista italiana formalmente alleata dell’ONU per la promozione dei 17 SDGs (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), Elisa trasformerà il palco milanese in un laboratorio di innovazione ecologica e sociale. Un ulteriore passo avanti, considerando che nel 2022, con l’attuazione del primo ‘Protocollo per i live sostenibili’, grazie a lei è stato introdotto un modello ESG (Environmental, Social, Governance) applicato agli eventi dal vivo. “Abbiamo collaborato con tutta la nostra squadra, oltre a Ferdinando Salzano di Friends&Partners, Music Innovation Hub, Andrea Rapaccini, il Comune di Milano e in particolare con l’assessora all’Ambiente, Elena Grandi – dice Elisa -. Se questa scelta riuscisse ad ispirare altri, l’impatto diventerebbe davvero significativo”. Sarà la prima volta che uno spettacolo a San Siro sarà alimentato con questo tipo di carburante, proveniente da scarti destinati alla distruzione. Inoltre, l’Università di Genova e due aziende specializzate, Tetis e JustOnEarth, calcoleranno l’impronta ecologica dell’evento utilizzando sistemi avanzati, incluso l’uso dell’intelligenza artificiale.

Ma la vera eredità del progetto si chiama Plantasia – Parco Sonoro. In sinergia con il Comune di Milano, Fondazione Cariplo, Fondazione di Comunità Milano e Music Innovation Hub, Elisa e la sua neonata Fondazione Lotus guideranno la trasformazione di un’ex cava contaminata di 40.000 mq in via Quarenghi, a pochi passi dello stadio, in un bosco urbano fitobonificato. Un polmone verde per la città, ma anche uno spazio culturale: il primo parco sonoro di Milano, ispirato alla celebre Mother Earth’s Plantasia di Mort Garson, dove la musica si fonderà con la natura per favorire la crescita delle piante e il benessere dei visitatori. “Abbiamo anche migliorato la raccolta differenziata – sottolinea Elisa – che in uno stadio ha un impatto ben più significativo. E insieme a Vesti Solidale invitiamo il pubblico a portare un indumento usato da donare: ci saranno dei punti di raccolta fuori dallo stadio e nei negozi di Milano”. Il progetto, dal valore complessivo stimato di circa un milione di euro, sarà co-finanziato da fondi pubblici e da una raccolta rivolta ai cittadini e alle cittadine con la collaborazione di For.

Funding, la piattaforma online di crowdfunding di Intesa Sanpaolo, invita ogni artista in tour a Milano a contribuire. L’idea è semplice: lasciare un segno, piantare un seme e generare un effetto moltiplicatore. Un evento simile, spiega Ferdinando Salzano di Friends&Partners, comporta dei costi. “Si parla di un 35% in più rispetto a uno standard, ma questo divario potrebbe azzerarsi se tutti adottassero lo stesso approccio. È possibile farlo”, afferma.

Secondo Elisa, non bisogna arrendersi. “È necessario intraprendere azioni concrete – sottolinea -. Non possiamo più aspettare. Discutere di sostenibilità oggi senza passare all’azione, mentre alcuni leader negano l’evidenza, è irresponsabile. Oggi mi sento serena perché stiamo facendo qualcosa. Mi piacerebbe che questo diventasse la norma e che tali protocolli venissero adottati ovunque”.

Il concerto del 18 giugno non sarà solo un’esibizione, ma un’esperienza immersiva e multisensoriale che abbraccerà ogni sfumatura del suo percorso – dagli esordi in inglese alle sonorità più recenti, passando per i successi che l’hanno resa una delle voci più amate del panorama italiano e non solo. “Durante lo show dirò: ‘Siamo aria, siamo vento, siamo terra, siamo uno’ – anticipa l’artista – perché ho voluto concretizzare questa sostenibilità: deve diventare una routine quotidiana”.

Il concerto si preannuncia lungo, intenso e corale. Quasi tre ore in una sorta di “best of”, arricchito da sorprese e visual potenti curati dal collettivo Ombra Design, e un potente messaggio di interconnessione tra esseri viventi, natura e musica. Anche Cesare Cremonini sarà presente tra gli ospiti attesi sul palco. Al suo fianco la formazione degli esordi: “Ho scelto il minimalismo, anche perché gestire acusticamente uno stadio è complesso – spiega -. Andrea Rigonat alla chitarra, Matteo Bassi al basso, Giovanni Cilio alla batteria, William Medini alle tastiere e le mie quattro coriste”.

Se in Italia è Elisa a cercare di lasciare un segno con uno show incentrato sulla sostenibilità, prima di lei – a livello internazionale – sono stati i Coldplay a fare da apripista. “Il mio direttore di produzione è amico del loro, ci sono stati contatti – racconta -. Abbiamo anche avuto una telefonata con Brian Eno. Non è emersa una vera collaborazione, ma ho voluto approfondire EarthPercent, il progetto di cui sono testimonial. Un’iniziativa che invita l’intera filiera musicale a destinare una parte dei propri guadagni a progetti ambientali di qualità”.

La direzione è chiara, ma il cammino non può essere solitario. “Servirebbe qualcuno, anche in politica, con la libertà e la visione di un artista – osserva Elisa. – Perché questo è il nostro compito: essere liberi e agire”.

Torna in alto