
“Dopo la scomparsa di Sinisa, ho provato una reazione inaspettata. Ho usato i social come se fossi felice, mentre in realtà non lo ero affatto. Il primo anno è stato complicato per me; cercavo approvazione e postavo continuamente per affrontare il dolore. Solo adesso ho compreso che Sinisa vorrebbe che io continuassi a vivere.” Così parla l’ex showgirl romana Arianna Rapaccioni Mihajlovic, moglie dal 2005 dell’ex calciatore e allenatore Sinisa Mihajlovic, scomparso nel 2022 a causa di leucemia, rivelando per la prima volta l’amore e la malattia del marito.
“Incontrai Sinisa in un ristorante romano sul Gianicolo e fu un colpo di fulmine; da quel momento non ci siamo più separati. Mi propose di andare a vivere con lui, ma risposi che avrei accettato solo se ci fossimo sposati. Dopo un anno di fidanzamento, ci siamo detti di sì. Entrambi desideravamo una famiglia numerosa, e oggi sono anche nonna di due nipoti. Tutto questo affetto da parte dei miei figli mi sostiene nella mia sofferenza. Nel 2019, mentre eravamo in Sardegna, Sinisa avvertì un dolore acuto. Dopo una serie di esami, scoprimmo la malattia così aggressiva. La diagnosi era terribile, ma facemmo un accordo: affrontiamo tutto insieme e supereremo questa malattia.”
“Sono stati anni di grande fatica, ma lui cercava sempre di sorridere e, alla fine delle terapie, eravamo certi di essere riusciti a superarla. Il momento più difficile – rivela la moglie di Sinisa, con cui è legata da febbraio 1995 – è arrivato quando scoprimmo la recidiva. Mi chiedeva sempre ‘me la farò?’. Gli rispondevo di sì; non mi sono mai mostrata triste davanti a lui, al contrario, cercavo di essere allegra perché lui osservava le mie reazioni per capire quanto stavo soffrendo. Quando fu chiaro che eravamo al termine, facemmo un viaggio terribile da Bologna a Roma. Sinisa taceva e mi disse solo ‘mi dispiace non poter vedere crescere i miei figli’. Lasciai scivolare quella frase, ma ormai non c’era più nulla da fare. Sinisa tornò in ospedale; era a letto e io gli stavo accanto. Gli tenevo la mano quando mi disse: ‘Arianna, ricordati che ti amo. Ora tu sarai la guida per i nostri figli.’ E poco dopo mi lasciò la mano dolcemente e se ne andò sereno, perché mi aveva affidato il suo amore e la sua famiglia, i figli e i nipoti,” conclude Rapaccioni Mihajlovic.