
La personale ricetta per raggiungere la felicità che il musicista, direttore d’orchestra e compositore di colonne sonore per cinema e TV condivide.
NAPOLI – “È fondamentale mantenere un po’ di spirito giovanile, lasciare che la propria emotività si manifesti, esposta alle avversità della vita. Senza la paura, il dolore e la rabbia, la felicità diventa instabile, fragile”.
Questa è la formula per la felicità svelata da Antonio Fresa, musicista e compositore, durante un’intervista in relazione al suo libro “L’Arte della Felicità – 6 emozioni per Pianoforte” (ChiPiùNeArt Edizioni, 78 pagine, 14 euro).
Il libro sarà presentato il prossimo 9 giugno, alle 18, presso Luce – libreria emotiva in piazzetta Durante a Napoli. Si tratta di un’opera unica, un volume da esplorare con tutti e cinque i sensi, arricchito da QR code che permettono di vivere emozioni come rabbia, amore, felicità, orgoglio, paura e tristezza attraverso immagini e suoni che Fresa ha attentamente selezionato per i suoi lettori.
“È un libro esperienziale – spiega – che offre un percorso attraverso le emozioni, in cui formulo richieste ai lettori: fermarsi e, grazie al cellulare, lasciarsi trasportare nell’ascolto di un brano o nella visione di un videoclip. L’esperienza è multimediale. Questo aspetto mi ha sempre appassionato”. “L’Arte della Felicità” nasce da un festival della filosofia che si è svolto per diversi anni, dall’omonimo lungometraggio di animazione del 2013 e dalla docu-serie, oggi ancora visibile su RaiPlay, fino ai concerti-dialogo che hanno visto Fresa esibirsi in tutta Italia. In tutte queste esperienze, unite da un comune filo emozionale, Fresa ha composto le musiche sentendosi “scelto” per questo viaggio, il cui scopo è la ricerca di come possiamo attivare energie dentro di noi e modificare il nostro sguardo per diventare più felici.
Nel caso di questo libro, Fresa ha dovuto modificare il suo consueto approccio di lavoro. Come compositore di colonne sonore, di solito avvolge le immagini di suoni che suscitano emozioni, senza però sopraffare la narrazione. “La musica – afferma – deve trovare il giusto equilibrio emotivo per arricchire senza rubare la scena alla storia”. Nel libro, invece, spiega “perché ho scelto certi brani, poiché questi portano con sé un’intensa carica emotiva che risuona con le esperienze”. È stato un lungo lavoro di ricerca, durato quasi due anni, per esplorare i legami tra musica ed emozioni.
Esprimere le emozioni attraverso la musica presenta vari gradi di difficoltà. Tuttavia, Fresa non ha esitazioni: “La felicità è la più difficile da rappresentare. L’orgoglio, per esempio, è stato evocato molte volte da grandi fanfare e trionfi. La felicità, al contrario, è complessa; sembra sempre che la musica non sia mai abbastanza felice, poiché abbiamo una costante tensione verso questa emozione che ci fa sentire che l’abbiamo sfiorata, ma mai veramente afferrata. La felicità non è solo un’emozione, ma anche uno stato d’animo. Più di tutto, per me, rappresenta un percorso, un modo di esistere. Si tratta di cercare di trasformare tutto ciò che ci accade – paura, rabbia, dolore – in un’esperienza significativa per la nostra vita. Quando riusciamo a fare questo, possiamo portare felicità in ogni nostro momento. È quindi un attitudine.”
Nel futuro di Fresa, si prospetta un nuovo progetto per la TV con il regista Luca Gianfrancesco, la messa in onda in autunno di un lavoro con Massimo Popolizio e Mario Vitale sulla vita di Ungaretti, oltre a concerti legati al libro e l’insegnamento al Conservatorio di Vibo Valentia, “un momento di grande nutrimento con i miei ragazzi”.