MARA VENIER, “ZIA” BELLA E UN PO’ SMEMORATA

Mara Venier

(Mariano Sabatini, find Tiscali) È stata definita la signora della domenica e l’appellativo rimane suo di diritto, chiunque ci sia oggi alla guida dei contenitori pomeridiani dei giorni festivi. Mara Venier è la signora della domenica perché è poco signora, nel senso che non ha niente dell’affettazione che il termine si porta dietro, ma è molto godereccia, alla mano, spontanea, incline al sorriso. Il che la rende-va perfetta, al netto delle estroversioni trash del cast, a intrattenere gli italiani nelle ore dell’ottundimento postprandiale dei pomeriggi domenicali.

Qui mi sento obbligato a confessare un personale trasporto per questa simpatica veneziana, che è come appare: la “stracciarola” che ha saputo afferrare la fortuna di petto (non pensate male!) ed è stata ampiamente ripagata per la sua intraprendenza, sia in ambito privato che professionale.

Molto di quello che davvero è l’attrice e presentatrice si ritrova nel libro di stampo autobiografico – non proprio un’autobiografia sistematica, piuttosto un florilegio di passaggi di vita significativi – Amori della zia (Mondadori Electa), titolo ispirato al suo tipico intercalare. Concertata con la giornalista Azzurra Della Penna, la raccolta di sensazioni, ricordi, emozioni, rivelazioni è fresca di stampa e si legge con la stessa facilità con cui seguivamo le belle conversazioni della Venier con i divi di Hollywood. Non vere interviste, chiacchierate divertenti e divertite con le stelle del grande schermo.

E per mantenere fede alla sua fama di donna verace, anche fumantina e capace di sfuriate bibliche secondo la vulgata, Venier non manca di riferire dettagliatamente delle interviste non realizzate; come quella al grande Glenn Ford, alcolizzato e inchiodato in un letto con espressione inebetita, e alla capricciosa Madonna che avrebbe voluto concedersi alle dieci di sera. Sono a letto, disse Mara alla contrita collaboratrice della star, chiudendole il telefono in faccia.

Nonostante ciò, la vie en rose per la bella conduttrice. E nel libro, fatto di quella pesante vacuità che rende affascinante la vita dei vip, sceglie per attitudine naturale di percorrere i sentieri dell’entusiasmo, dello slancio, del ricordo gradevole. Gli amori (Francesco Ferracini, Jerry Calà, Renzo Arbore, Armand Assante… per non parlare dell’attuale marito Nicola Carraro) sono stati alla fin fine tutti necessari, utili, propedeutici. Il primo marito le ha aperto le porte di Roma; Arbore, con il quale i rapporti rimangono freddini, le ha insegnato tanto; Assante è stato l’utile “chiodo scaccia chiodo”.

Mi sarebbe piaciuto leggere meno ricette di cucina – già in Tv non si fa che spadellare – e più rivelazioni del “dietro le quinte”. Ma è una pulsione da maniaco del medium, me ne rendo conto. Quello che immagino io sarebbe stato un diverso tipo di libro, questi sono appunti sentimentali. E a onor del vero: come tralascia di raccontare la famigerata e poco onorevole rissa tra i due energumeni Pappalardo e Zequila (a Domenica in, nel 2006) o la vicenda delle telepromozioni che nel 1998 si chiuse con il patteggiamento richiesto per evitare lo stress del processo (“c’erano le fatture dei miei contratti con le ditte che dimostrano la mia colpevolezza e allo stesso tempo la mia buona fede. Ma la legge, come si sa, non ammette l’ignoranza”, dichiarò la Venier), l’autrice trascura di ricordare l’orgoglioso smascheramento di un truffa durante un suo quiz. Il modo in cui reagì suggerisce un temperamento da fiera guerrigliera.

Le è servito per affrontare e superare, ad esempio, la malattia della mamma o il grave malore che colpì il suo partner a La vita in diretta. Pagine toccanti, quelle che riguardano Lamberto Sposini. Dopo un inizio non facile, complice una matriciana preparata dal giornalista, scoppia l’idillio tra i due. Dissolto, per forza di cose, dalla vasta emorragia cerebrale che colpisce l’anchorman. Dalla lunghe attese dei soccorsi – si pensava a una congestione – fino a quella in ospedale. E al rincontro dopo tre anni, davanti a un’altra matriciana, durante il quale comunicano a sguardi. Difficile non farsi sopraffare dalla commozione. In fondo la comunicazione, in Tv e altrove, è fatta di questo, più che di parole, di sguardi, di emozioni. E di sorrisi. Risate fragorose, nel caso di Mara Venier, mai usate come utile e a volte isterico voltapagina. Sincere. Coinvolgenti. Adesso a Tu si que vales su Canale 5, con qualche sfuriata.

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