SE HOLLYWOOD AMA IL FEMMINISMO. LA FORZA CHE CAMBIA L’IMMAGINARIO

hollywood-donneLa Giovanna d’Arco di «Star Wars» ha la spada laser e un robottino panciuto come scudiero. L’Imperatrice Furiosa di «Mad Max» il cranio rasato e viso coperto di fuliggine. Katniss porta sempre l’arco a tracolla, clinic e si rifiuta di diventare vittima sacrificale nel reality show televisivo dove i poveri si uccidono l’un l’altro, gli «Hunger Games». E poi c’è Hillary Clinton.
Interrogata dai repubblicani al Congresso per 11 ore su Bengasi, in diretta su Fox News (il file con la gogna elettorale è scaricabile gratuitamente: 7 gigabyte che occupano più memoria di un kolossal in alta definizione). Hillary che chiude il dibattito democratico con «la Forza sia con voi». Hillary che rievoca l’indimenticata Cyndi Lauper con la sua canzone «Girls Just Wanna Have Fun», ma questa volta le ragazze vogliono più che il divertimento «i loro diritti fondamentali».
Tra le tante stranezze di questo 2015 c’è anche quella di Hillary Clinton scavalcata dal femminismo involontario di Hollywood: piacciano o no le sue idee, il suo stile e la sua irresistibile ascesa, ha dedicato la carriera ai diritti delle donne. Ma tocca a tre personaggi raccontare, in modo diverso, e al cinema, una nuova consapevolezza.
Certo, viva il lavoro certosino di Hillary dai tempi del liceo a oggi per costruire il sogno impossibile di un percorso politico mai visto prima. Viva lo sforzo generoso di Michelle Obama – non è una campagna popolare nella patria del fast-food – per fermare l’epidemia di obesità e diabete tra i bambini americani. Però si sono scontrate con un paradosso: esiste un femminismo artistico (meno involontario di quanto appaia) che fa più di Hillary candidata o Michelle dietologa per cambiare l’immaginario delle ragazze. E armarle: non di spade laser (Daisy Ridley, 23 anni, la Rey del nuovo «Star Wars», esordiente assoluta che i sondaggi indicano come personaggio preferito dal pubblico del film che ha incassato in sei giorni un miliardo di dollari), non di camion blindati con mitraglie incorporate (Charlize Theron, la Furiosa di «Mad Max» che lotta per difendere le altre donne), non di archi e frecce (Jennifer Lawrence che combatte contro il potere — maschile o femminile che sia — nella trilogia di «Hunger Games») come al cinema. Ma armarle di consapevolezza.
E questo femminismo è davvero involontario o è un’ondata che emerge dalle generazioni più giovani – scrittrici, attrici, autrici comiche – e scala Hollywood, che continua a essere con buona pace della rivoluzione digitale il laboratorio dei sogni globali, e la sede del «soft power» americano?
La risposta sta nel successo sorprendente, per motivi diversi, di queste attrici che rovesciano i ruoli cinematografici tradizionali, ma si può trovare anche nel «tutto esaurito» a Las Vegas — e nel prossimo show sulla Hbo che è già atteso come uno degli eventi tv americani del 2016 — della comica Whitney Cummings. Trentatré anni, look da modella (il suo vecchio lavoro) e linguaggio da camionista, che passa ai raggi X le debolezze degli uomini con la ferocia dell’unica persona al mondo che è riuscita a ammutolire Donald Trump, ricoprendolo in diretta tv di insulti tremendi.
Hollywood diventa femminista suo malgrado perché, certo, è un ottimo business, ma lo fa grazie a un contesto nuovo: l’America — e il mondo — sono cambiati, le ragazze vogliono ancora divertirsi, e farci divertire. Questa volta però occupando il vecchio parco giochi degli uomini: la fantascienza, i film d’azione, i thriller, la satira (con bonus di parolacce in libertà). Ecco perché tre dei libri più belli usciti negli Stati Uniti quest’anno sono le autobiografie scritte — senza ghost-writer — da tre grandi artiste rock: Patti Smith («M Train», seconda puntata delle sue memorie punk dopo quel «Just Kids», edito in Italia da Feltrinelli, che ha vinto nel 2010 il National Book Award), Kim Gordon che racconta in «Girl In a Band» la fine dei Sonic Youth e del suo matrimonio senza fare sconti a nessuno (soprattutto a se stessa), Chrissie Hynde che in «Reckless» si diverte a scrivere di sesso droga e rock’n’roll facendo lo slalom tra le aspettative del lettore come fece Bob Dylan in «Chronicles».
Con sorelle maggiori così, le ragazze di Hollywood del biennio 2015-2016 non potevano che organizzare questo golpe a sorpresa .

di Matteo Persivale da “27esima Ora”

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