PIPPO BAUDO: «I TALENT? CREANO SOLO DISOCCUPATI»

Ospite della Camera dei deputati, Pippo Baudo parla delle nuova Rai di Campo Dall’Orto («è ancora troppo presto per dare giudizi»), degli 80 anni che compirà il prossimo 7 giugno («niente celebrazioni») e dei talent che pullulano nella nostra tv

pippo-baudo«Non apprezzo i talent, perché creano talenti a scadenza. Questi ragazzi vengono lanciati e l’anno dopo sono disoccupati, bisogna avere senso di responsabilità in queste cose». È un Pippo Baudo senza peli sulla lingua quello che parla alla Camera dei deputati, a una settimana dal suo ottantesimo compleanno.
Un conduttore d’altri tempi, che offre il suo punto di vista su cosa la televisione e, soprattutto la Rai, sia diventata oggi. «Sul nuovo modello di Rai bisogna aspettare per dare giudizi. Io mi auguro che torni ad essere un vero servizio pubblico. Bisogna avere la coscienza di essere la più grande industria culturale del Paese, con tutti gli oneri e gli onori che questo comporta». Giudizio sospeso, quindi, per il «regno» di Campo Dall’Orto, ma un ricordo vivo e trasparente di quando decise di intraprendere questo mestiere.
«A sette anni, ho cominciato con qualche spettacolo e da ventenne facevo cabaret con Giuseppe Fava, il giornalista che poi fu ucciso dalla mafia». Dopo aver conseguito la laurea in Legge, ecco l’arrivo a Roma e l’inizio di una nuova vita, tutto grazie a un patto segreto con il padre Giovanni.
«Gli ho chiesto tre mesi di tempo per provare a lavorare in televisione e lui ha accettato. Mia madre invece era contrarissima, pensava fosse un mondo in cui erano ‘tutte bottanè’». Il suo sogno di tornare davanti alla telecamera, però, non sembra ancora spegnersi: riuscirà Super Pippo nel suo intento?

Vanity Fair

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