Lo Cascio tra cinema, teatro e libri pensando alla regia

Un film nelle sale, ‘Delta’ di Michele Vannucci, di cui è coprotagonista con Alessandro Borghi. Ha un libro a giorni in uscita, “Storielle per granchi e per scorpioni”. E’ in teatro con Pa’, diretto da Marco Tullio Giordana, opera tratta dalle poesie di Pasolini scritta con lo stesso Giordana, e già pensa al prossimo film da regista, il secondo da lui diretto, che comincerà a girare nell’estate del 2024. Dire che è un artista poliedrico è persino poco per Luigi Lo Cascio che al Bif&st di Bari ha ricevuto il premio “Federico Fellini platinum Aword” nel teatro Petruzzelli dove ha tenuto una seguitissima masterclass dopo la proiezione della sua opera prima come regista “La città ideale”.


Il racconto della sua vita, la passione per il teatro e la scoperta del cinema, gli anni bellissimi dell’Accademia e infine l’approdo alla regia si sono srotolati tra ironia e progetti futuri nell’incontro durante il quale Lo Cascio ha rivelato che però, in fondo, la cosa che più gli piace fare è scrivere. “La scrittura per me è un’esperienza giornaliera, una sorta di diario di bordo – ha detto – non è detto che devi fare per forza un libro”. Cosa che però è successa con il testo che uscirà a giorni, anche in questo caso una seconda opera, “che è una serie di racconti non solo autobiografici, ma di cose che mi hanno colpito. Delle storielle che vanno ‘prese con le pinze'”.


Parla della madre Aida Burruano, che ha recitato nel suo primo film La città ideale, e racconta del suo disappunto quando ha scoperto che il suo nome digitato su Google era associato alla professione di attrice e non a quella amata, fatta per tutta la vita, di insegnante. E dello zio Luigi Maria Burruano, che lo presentò a Marco Tullio Giordana che gli propose di fare I cento passi, film che lo rese famoso per il grande pubblico.


Quella telefonata, racconta Lo Cascio, “arrivò in un giorno in cui ero disperato perché il regista con cui stavo lavorando in teatro mi aveva praticamente licenziato”. “Bisogna essere pronti – dice – non avevo mai pensato di fare cinema (avevo il complesso dell’attore di teatro) e quella telefonata di mio zio che mi voleva presentare a Giordana mi ha cambiato la vita”. “E’ stato un colpo di fortuna, arriva il caso, si affaccia e tu devi farti trovare pronto. Dopo quella conversazione feci i provini e fui preso per il film. Il caso, che in genere si abbatte per distruggerti, in quella occasione mi ha risollevato”

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