E’ morto Ruggero Deodato: addio al controverso Monsieur Cannibal, regista di “Cannibal Holocaust”

Per la crudezza di alcune scene del film fu condannato a quattro mesi di carcere con la condizionale

Ruggero Deodato è morto all’età di 83 anni. Regista e sceneggiatore cult, padre dei cosiddetti “cannibal movie” ha influenzato registi come Quentin Tarantino, Oliver Stone ed Eli Roth. Per il suo film più famoso, considerato uno dei più agghiaccianti e controversi della storia del cinema, “Cannibal Holocaust” del 1980, finì persino in tribunale.

“Cannibal Holocaust”

Considerata il suo capolavoro, la pellicola contiene scene di reali uccisioni di animali rappresentate sullo schermo ed estremamente realistiche, per le quali Deodato fu condannato a quattro mesi di carcere con la condizionale. Il film venne girato in due modi diversi: la prima parte (chiamata The Last Road to Hell), girata in 35 mm, mentre la seconda (The Green Inferno) in 16 mm, con la pellicola graffiata e un uso costante della macchina a mano, per dare la sensazione del vero filmato non professionale.

Lo stile in cui il regista scelse di rappresentare la violenza diventò anche un riferimento per grandi registi che vennero dopo, tra cui Quentin Tarantino. “Cannibal Holocaust” è pensato come un finto documentario e per questo Deodato viene considerato anche uno degli ideatori del genere “mockumentary”: “Ci misi una cura maniacale in quel film perché tutto fosse perfetto, ho strisciato addirittura la pellicola per rendere il tutto più veritiero”, disse.
La storia racconta della spedizione di un gruppo di antropologi nell’Amazzonia brasiliana, per documentare le abitudini di una popolazione che praticava il cannibalismo.
 Nonostante le controversie, Cannibal Holocaust è considerato da molti un’interessante e cruda analisi della società contemporanea, nonché un lucido atto d’accusa contro i mass media. Già dalle prime sequenze, Deodato fa capire quali siano nella sua visione i veri selvaggi (mentre un reporter alla TV parla delle tribù cannibali, le immagini mostrano scene di vita in una città moderna quale New York).

La carriera
Prima di “Cannibal Holocaust” però, nel 1977, Deodato diresse “Ultimo mondo cannibale”, primo film in Italia a mostrare atti di cannibalismo, dando il via alla “Trilogia dei cannibali” per la quale il regista diventerà famoso in tutto il mondo e verrà chiamato anche Monsieur Cannibal.


Originario di Potenza iniziò la sua carriera nel cinema con commedie e polizieschi, ma si affermò soprattutto come regista di film horror.

Fu Roberto Rossellini a dargli la prima opportunità. Con lui lavorò come aiuto regista per diversi film come “Il generale della Rovere” e “Viva l’Italia”.

Deodato ha lavorato anche con Sergio Corbucci (è aiuto regista per “Gli onorevoli”, del 1963) – in “Django”, Riccardo Freda, ma soprattutto con Antonio Margheriti. 

Negli anni successivi alla trilogia dedei cannibali Deodato ha sperimentato anche generi diversi, tra cui nel 1987, “The Barbarians”, fantasy debitore dello stile del Conan di Milius, girato in Abruzzo con un buon budget per l’epoca, che gli permise di far risultare credibile il paesaggio della regione italiana come fosse il Canada, e “Un delitto poco comune” thriller/giallo psicologico del 1988.

 Congiuntamente alla carriera cinematografica ha lavorato tanto anche per la televisione, dirigendo alcune serie televisive e spot pubblicitari per marchi come Piaggio, Fiat, Philips, Carrera e molti altri.

A partire dalla metà degli anni novanta a seguito della scomparsa in Italia del cinema di genere, Deodato è tornato proprio alla televisione per dirigere alcune fiction, tra cui “I ragazzi del muretto” e, con Bud Spencer, “Noi siamo angeli” e l’interessante “Padre Speranza”.

Nel 2007 Ruggero Deodato è presente nel cast di “Hostel: Part II”, diretto da Eli Roth, come attore, fortemente voluto Quentin Tarantino, produttore del film. Nel film Deodato interpreta un cannibale italiano, che in una scena mangia un uomo.

Deodato è considerato un regista estremo: i suoi film provocano lo spettatore con scene di sesso o di violenza molto spinte, inserendo comunque messaggi di critica, specialmente verso la civiltà occidentale e la società del tempo.

Nonostante i tanti problemi con la censura, non è mai sceso a compromessi e anche nei suoi film più convenzionali ha inserito scene shock al fine di sconcertare e sorprendere lo spettatore.

Torna in alto