Un incidente d’auto rimette nelle mani della dottoressa Hope Walsh la sua vita e la sopravvivenza del genere umano colpito da una dilagante epidemia infettiva che ha trasformato tutti in zombie. Risvegliatasi in auto, in uno stato di completa amnesia, Hope avrà solo sei ore di tempo per trovare il siero capace di fermare il virus, entrato nel suo corpo attraverso il morso di uno zombie.
Almost Dead, horror thriller di Giorgio Bruno, è stato decretato miglior lungometraggio italiano al Fantafestival, vincendo il Pipistrello d’oro. Ne abbiamo parlato con il regista e il produttore associato, Daniele Gramiccia, che dice: “E’ un riconoscimento importante che può fare da stimolo per il futuro, con la consapevolezza che siamo sulla strada giusta”. “Un piccolo sogno diventato realtà – commenta invece Bruno – ricordo che quando ero ragazzino e realizzavo I miei piccoli corti, speravo di vederli partecipare al Fantafestival, che seguivo attraverso le riviste dell’epoca. La kermesse ha una storia di tutto rispetto e negli anni ha ospitato registi importantissimi. Sono fiero di aver conquistato un premio così importante. Spero che continui a portare fortuna al film”. Film che, come continua a raccontare il regista, “nasce da un incubo che feci quando avevo 17 anni. A quel tempo vedevo solo film horror e di fantascienza, ma la mia vera passione, o forse dovrei dire ossessione, erano gli zombi. Credo siano state tutte quelle ore a vedere morti viventi, ad avermi suggestionato”. Undici giorni di lavorazione, un budget ridotto e un’attrice, Aylin Prandi, impegnata su un altro lavoro in Argentina: “ci sentivamo quando potevamo – spiega ancora Bruno – ma questo non ci ha fermato. Giorno per giorno, su Skype o Whatsapp, costruivamo il nostro personaggio. E’ un’attrice splendida e credo che abbia dato un’interpretazione che emoziona minuto dopo minuto. Sapevamo esattamente cosa volevamo e credo di poter dire che lo abbiamo ottenuto. Avere pochi soldi aguzza l’ingegno. Non ho ancora avuto modo di vedere Monolith, ma pensiamo a Mine o al mio film, storie così concepite, con un’idea di fondo così forte, vanno al di là del budget. I maestri del nostro cinema di genere sono osannati oggi in tutto il mondo, forse è presto per parlare di rinascita ma siamo felici che finalmente il pubblico scelga di guardare anche ad altri generi oltre che al dramma e alla commedia, in Italia”. E sul budget interviene naturalmente anche il produttore: “I soldi e un piano finanziario sono importanti ma la storia è fondamentale. Una buona storia non prevede necessariamente un grande budget, come dimostrano gli esempi citati”. E già sono pronti per il futuro. I due stanno infatti già ultimando le riprese del prossimo film, My Little Baby.
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