Borat, milioni di spettatori al debutto su Amazon

Amazon canta vittoria e dichiara “un enorme successo” la prima di “Borat Subsequent Moviefilm” uscito venerdi’ sulla sua piattaforma Prime: il sequel delle avventure americane del giornalista kazakho Borat Sagdiyev – informano gli studi del colosso di Jeff Bezos – e’ stato visto da milioni di persone nel fine settimana del debutto in streaming. Giovedi’ poi “dance party” che ha preceduto la prima ha mandato in tilt la “pista da ballo” virtuale su Twitch. Le cifre, come per l’audience di Netflix e di altri servizi in streaming, non hanno ricevuto verifiche indipendenti in assenza del consueto box office che calcola il successo di una pellicola sulla base del dato molto concreto dei biglietti venduti. Nel 2006 il primo “Borat” incassò un totale di 262 milioni di dollari di cui un quinto circa nel primo weekend worldwide. Intanto la fatica di Sasha Baron Cohen continua a far notizia. L’intenzione era sempre stata quella di uscire alla vigilia delle elezioni americane per “mettere in guardia sulla pericolosa deriva autocratica e l’allontanamento progressivo da quella meravigliosa idea che è la democrazia americana”, ha detto il cineasta al Financial Times. Fatica per Baron Cohen è stata: “Per un anno sono andato avanti dormendo quattro ore per notte. Ho dovuto imparare cento pagine di dialogo al giorno, invece delle solite tre o quattro”. Il comico si è reso presto conto che si sarebbe messo in situazioni difficili: una di queste al comizio di un gruppo pro-armi in Virginia dove era arrivata una minaccia di suprematisti bianchi: “L’Fbi l’aveva sventata ma è stata la prima volta nella mia carriera che ho indossato il giubbotto anti-proiettile”. Altri “dietro le quinte” sono arrivati con i primi commenti delle “vittime” inconsapevoli di Borat: Jeanise Jones, la “babysitter” di Turan (la figlia 15enne del giornalista kazakho interpretata dall’attrice bulgara Maria Bakalova che Baron Cohen ha candidato agli Oscar), ha detto di essersi sentita “tradita”: pensava di aver preso parte a un vero documentario sui matrimoni precoci e forzati e che Turan fosse una sposa bambina. Uno dei “compassi morali” del film, Jeanise è stata ricompensata dai fan che hanno aderito a una campagna di crodfunding in suo favore: raccolti finora oltre 50 mila dollari. L’altro “compasso morale”, Judith Dim Evans, che abbraccia Borat in sinagoga dopo avergli confermato che l’Olocausto è davvero avvenuto, è morta prima dell’uscita del film e i suoi eredi avevano fatto causa a Amazon sostenendo che la donna non aveva avuto idea della natura del film. Tesi smentita dalla produzione, secondo cui “per la prima volta nella sua carriera” Baron Cohen si era rivelato alla sua “vittima” dopo aver considerato la delicatezza del coinvolgimento della Evans. Il giudice alla fine ha preso le parti del film che già l’attore aveva dedicato alla memoria di Judith.

Alessandra Baldini, ANSA

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