Barch-in, a Venezia il primo cinema drive-in sull’acqua con le barche.

Arriva il primo drive-in sull’acqua con le barche, in laguna a Venezia. Con cinque serate e altrettante proiezioni di film, ogni martedì a partire dal 1 agosto, il “Cinema Barch-in” si preannuncia il trend più spettacolare (letteralmente) dell’estate 2020

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È appena nato il primo cinema drive-in sull’acqua con le barche ed è già sulla bocca di tutti: si tratta del “Cinema Barch-in” organizzato a Venezia, un’esperienza unica nel suo genere in cui le pellicole vengono proiettate su uno schermo montato sull’acqua. Al posto delle classiche automobili da cui godersi il film, in questo caso c’è la barca, o meglio:

Il barchin, il tipico barchino veneziano. Un’idea nata dai quattro giovani architetti Caterina Groli, Silvia Rasia, Nicola Scopelliti e Luisa Valletti che hanno proposto l’interessante iniziativa culturale al Comune di Venezia, dando il via a una tipologia di cinema innovativa e molto estiva.

Il maxi-schermo è stato collocato presso il bacino dell’Arsenale di Venezia e martedì 28 luglio si è tenuta l’attesissima inaugurazione, con sessanta barche e circa 300 persone a bordo. È stato proiettato come primo titolo il thriller drammatico del 2006 The Prestige, con una platea di barche ormeggiate (private o a noleggio, fino a 11 metri di lunghezza) distribuite a raggio sullo specchio della darsena.

Uno spettacolo gratuito e su prenotazione che si ripeterà ogni martedì sera di agosto, per un totale di cinque serate con altrettante proiezioni di pellicole diverse (sempre a sorpresa: il titolo non viene mai annunciato prima dell’effettivo inizio della serata).

Ideato dal collettivo cinema Barch-In, prodotto dall’associazione organizzatrice dell’evento FEMS du Cinéma e Vela, in collaborazione tra gli altri con Campari, Università Ca’ Foscari, Quarta Parete, Unione degli Universitari e Cineclub Venezia, l’iniziativa ha anche le pagine Facebook e Instagram ufficiali che raccolgono consensi, commenti e foto dell’evento postate da chi l’ha vissuto in prima persona.

Su IG l’hashtag #barchin sta diventando molto popolare, a dimostrazione di quanto il drive-in acquatico veneziano piaccia e coinvolga, magari stimolando anche altri comuni a organizzarlo. Sulla pagina Facebook gli organizzatori spiegano l’origine della loro idea, nata “per proiettare Venezia verso il futuro post-pandemia”.

“Ripartiamo dalla cultura – si legge in un commento a cura degli amministratori della pagina FB – L’attualità impone di puntare sulla cultura, come veicolo verso un nuovo futuro di ricostruzione comunitaria e sociale. In questi giorni di buio, c’è bisogno di luce. Proponiamo qualcosa di innovativo, cercando di intravedere, in ogni caso, delle opportunità di rinascita per la nostra città”.

Il primo drive-in con autovetture è nato il 23 aprile del 1915 a Las Cruces, nello stato americano del New Mexico. Organizzato in un parcheggio, bastava entrare con l’automobile e posizionandosi di fronte al grande schermo per assistere alla proiezione.

Ufficialmente però il drive-in vedrà la luce (del proiettore) solo nel maggio 1933, quando lo statunitense Richard Hollingshead Jr. brevetta l’idea, aprendo il primo drive-in della storia tre settimane dopo: il 6 giugno 1933 viene inaugurata la formula che da lì a poco sarebbe diventata una delle più classiche a stelle e strisce.

Dopo la seconda guerra mondiale, il drive-in esplose letteralmente grazie soprattutto al baby-boom: gli americani preferivano portarsi dietro la prole al cinema, senza preoccuparsi del disturbo che avrebbe arrecato agli altri perché tanto era nell’abitacolo della vettura di famiglia. Il motto con cui Hollingshead aveva lanciato i drive-in recitava proprio queste parole: “L’intera famiglia è benvenuta, indipendentemente da quanto rumore fanno i vostri bambini”.

Verso la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, il drive-in ha subito un inesorabile declino. I motivi sono stati molteplici, primo tra tutti un’esigenza qualitativa maggiore del pubblico rispetto agli anni Cinquanta, con l’arrivo di tecnologie stereo e surround.

Inoltre i drive-in erano stati costruiti nelle periferie delle città ma con il tempo queste sono cresciute e i cinema all’aperto sono stati inglobati, provocando un grande aumento del valore dei terreni su cui sorgevano (e aumentando la voglia dei proprietari di vendere al settore edilizio e immobiliare). Infine si è perso lo status symbol del possedere l’auto: solo fino ai Fifties recarsi in un drive-in dava lustro perché era sinonimo di ricchezza, dato che significava avere una macchina. 

L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha dato un nuovo impulso al drive-in, eleggendolo a formula ideale per tornare al cinema in sicurezza. Sempre agli Stati Uniti si deve anche la variante nautica del drive-in: in tante località balneari della Florida e della California vengono organizzate spesso proiezioni sull’acqua, da godersi a bordo di barche o zattere.

Perfino una puntata della celebre serie tv Dawson’s Creek, prodotta dal 1998 al 2003, mostrava i protagonisti intenti a guardare un film in mare. La pellicola era particolarmente adatta allo scenario: Lo squalo di Steven Spielberg, il titolo preferito del protagonista Dawson.


Tg24.sky.it

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