‘Cime tempestose’, la passione di Heathcliff e Cathy rivive da decenni sul grande schermo

Per il bicentenario di Emily Brontë eventi e mostre nelle brughiere dello Yorkshire dove è ambientato il suo romanzo adattato più volte al cinema, dal ’39 con Laurence Olivier e Merle Oberon al più recente adattamento di Andrea Arnold in cui lo zingaro è un attore nero

Una passione distruttiva, immortale, che ha fatto versare lacrime a milioni di lettori. Cime tempestose di Emily Brontë  – nel bicentenario della nascita della scrittrice – è ancora irresistibile, come la campagna dello Yorkshire, il cielo che cambia colore, le bufere di neve, i dubbi, gli slanci, il desiderio di vendetta degli eroi di un classico della letteratura romantica. Per celebrare la nascita di Emily Jane Brontë (30 luglio 1818-19 dicembre 1848) il Brontë Parsonage Museum di Haworth, casa diventata museo, ha organizzato eventi e mostre a tema. Un pellegrinaggio nella brughiera immaginando che le pagine del libro (del 1847) prendano vita è sempre una bella idea, ma la passione devastante tra lo zingaro Heathcliff e la bella Catherine è stata raccontata al cinema con trasporto o virile compostezza, a seconda del cast. Quindi è bene ricordare subito sir Laurence Olivier nei panni di Heathcliff che insegue il fantasma di Cathy-Merle Oberon, bellissima col suo primo piano da ritratto appeso sul camino, nel film del 1939 di William Wyler. Peccato che i due divi si odiassero cordialmente fuori dal set, ma la magia del cinema cancella odio e rivalità. Wyler – poco sopportato dall’altro protagonista, David Niven – stravolgendo la storia (oggettivamente intricatissima) del romanzo, sceneggiando solo sedici dei trentanove capitoli, tagliando tutti gli intrecci della seconda generazione, restituisce la tensione. Pioggia di nomination agli Oscar, l’unica statuetta conquistata nel 1940 è per la miglior fotografia di Gregg Toland. Nel 1954 Luis Bunuel trasporta Cime tempestose dalla brughiera in MessicoAbismos de pasión  liberamente ispirato dal romanzo di Emily Brontë vede protagonisti Alejandro (ovvero Heatchcliff) che non è un eroe romantico ma un giovanotto rozzo, mentre Catalina-Catherine non è una creatura che urla nella bufera il nome dell’amato, ma una ragazza che farebbe venire l’esauarimento nervoso a un santo. Nel 1992 Peter Kominsky punta su due star che sono l’essenza degli eroi romantici anche se restano muti: ma Ralph Fiennes con ciuffo e la delicata Juliette Binochequi versione fantasma che terrorizza il povero Lockwood non centrano l’obiettivo. Nel 2004 sono Goffredo e Guido Lombardo con la Titanus a portare su Rai1 la passione devastante di Catherine e Heathcliff (la sceneggiatura è di Salvatore Basile e Enrico Medioli). Per portare sullo schermo la gelida campagna dello Yorkshire, il regista Fabrizio Costa sceglie i paesaggi  montani in Cecoslovacchia, a 2000 metri, tra bufere di neve, vento che fischia e boschi ghiacciati. I protagonisti Alessio Boni Anita Caprioli, pur congelati, superano la prova fisica e il pubblico applaude. Dieci milioni di spettatori vengono conquistati da un amore nevrotico, secondo il regista “molto moderno”. Ancora più moderno è il più recente adattamento cinematografico del romanzo. Nel 2011 la regista Andrea Arnold per la prima volta affida il ruolo di Heathcliff a un attore nero, James Howson. “He is a dark-skinned gypsy in aspect, in dress and manners a gentleman” lo descrive Brontë (“è uno zingaro dalla pelle scura, negli abiti e nelle maniere un gentiluomo”). Lei ha lo sguardo chiaro e intelligente di Kaya Scodelario, che combatte per vivere liberamente la sua passione. La regista taglia tutti i fronzoli per andare dritta al punto: quell’amore è osteggiato per colpa del razzismo, Heathcliff e Cathy devono sfidare i razzisti e i classisti. La società non è pronta per una coppia “mista”. Nel bicentenario della nascita della regina del romanticismo, Cime tempestose è ancora attuale.

Silvia Fumarola, La Repubblica

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