TELECOM, ACCORDO CON NETFLIX: “UNA SPINTA ALLA BANDA LARGA”

netflix(FRANCESCO SPINI, order La Stampa) È lo spauracchio delle tradizionali tv a pagamento, e a ottobre arriverà in Italia. Ieri il primo atto: Netflix ha stretto un accordo con Telecom Italia. Attraverso il decoder di Tim Vision i clienti dell’ex monopolista potranno accedere alla piattaforma tv online che nel mondo ha 62 milioni di clienti e in Europa è già presente in Inghilterra, Francia, Germania e Olanda, dove peraltro ha il suo quartier generale.

Da un punto di vista del business, l’accordo contribuisce a creare una domanda che finora ha frenato la diffusione dei collegamenti ultraveloci alla Rete. La partnership con Telecom, che segue quella già stipulata con Sky, «darà un contributo determinante alla diffusione della banda ultra larga in Italia», assicurano dal gruppo. L’accordo, spiega l’ad Marco Patuano, dimostra come «i grandi player premino la qualità delle nostre reti». E «conferma la nostra strategia industriale» che «ci vede in Italia come l’unica piattaforma aperta di distribuzione di contenuti premium che integra le migliori offerte sul mercato», puntando sulla convergenza con le società di contenuti.

L’offerta di Netflix per l’Italia non è ancora stata definita, ma è probabile che si allineerà a quella praticata in Europa, dove l’abbonamento mensile costa dai 7 ai 12 euro al mese. Non ci saranno serie entrate nel mito come House of Cards e Orange is the New Black, i cui diritti sono stati ceduti per l’Italia rispettivamente a Sky e Mediaset Premium. La pay tv online punterà sui film e su nuove serie come Marco Polo, Marvel’s Daredevil, Sense8, Bloodline, Grace and Frankie.Basteranno a impensierire le classiche tv a pagamento Sky e Mediaset?

Per ora la guerra punta ancora tutto sul calcio, anche se dai risultati dell’esercizio 2014-2015 di Sky, diramati ieri, arriva una sorpresa: nell’unico anno in cui la pay tv satellitare ha avuto la piena esclusiva, la Champions League (che per le prossime tre stagioni è appannaggio di Mediaset Premium) non ha portato più clienti. Al termine dell’esercizio chiuso al 30 giugno gli abbonati sono rimasti a quota 4,725 milioni. Più in generale Sky – che raggruppa Inghilterra, Germania, Austria e Italia – riporta un utile prima delle tasse di 2,14 miliardi di euro (+48% rispetto al 2013-2014). I ricavi sono saliti del 5% a quasi 16 miliardi battendo le stime degli analisti. Sky Italia da novembre ha generato utili per oltre 35 milioni, con ricavi giù del 2,5%, proprio per non aver ceduto parte dei diritti sulla Champions.

Tornando al fronte telefonico, siamo alle battute finali delle trattative tra Vimpelcom e Hutchison Whampoa per l’integrazione tra Wind e 3 Italia. L’accordo potrebbe essere annunciato già settimana prossima. Per la nuova società integrata – riporta l’agenzia Bloomberg – sarebbe previsto un aumento di capitale da 2 miliardi con il possibile coinvolgimento di un fondo di private equity. In casa Telecom, al termine della riunione al ministero dello Sviluppo economico con i sindacati sulla riorganizzazione dell’assistenza clienti e sui 1700 esuberi, la Cgil ha annunciato l’intenzione di lasciare il tavolo. Nonostante ciò il Ministero dello sviluppo, «ritiene sussistano le condizioni per un accordo quadro». Intanto il primo azionista di Telecom, Vivendi, è entrato in Telefonica con lo 0,95% scambiando titoli di Telefonica Brasil.

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