Il quarto matrimonio lampo di Nicolas Cage: chiede l’annullamento dopo quattro giorni

L’attore taglia un nuovo record nella storia delle cerimonie brevi di Hollywood: avrebbe sposato la make-up artist Erika Koike lo scorso sabato per poi presentare una richiesta di annullamento il mercoledì successivo

Che avesse intenzione di sposarsi di nuovo lo sapevamo già. Ma a quanto pare Nicolas Cage si era subito spinto oltre: dopo aver chiesto una nuova licenzia matrimoniale, la fidanzata Erika Koike, make-up artist, l’ha sposata davvero, celebrando il suo quarto matrimonio. Ma «il per sempre» sembra ancora molto, molto lontano per il divo 55enne.

Cage taglia adesso un nuovo record nella storia dei matrimoni lampo di Hollywood: l’attore avrebbe, infatti, già chiesto l’annullamento, solo quattro giorni dopo la cerimonia nuziale a Las Vegas.

Secondo i verbali ottenuti da People, la richiesta di annullamento l’avrebbe presentata mercoledì, dopo il matrimonio di sabato scorso. Sconosciuti i motivi. La storia con la giovane make-up artist non era mai finita sotto i riflettori. I due, prima di decidere di dire «sì», si sono frequentati per circa un anno. Erano stati fotografati insieme in vacanza a Porto Rico nell’aprile 2018, e poi per le strade di Los Angeles un mese dopo.

Cage è stato sposato altre tre volte. La prima, con la collega Patricia Arquette. Era l’aprile 1995, i due hanno divorziato nel 2001. Dopo è toccato a Lisa Marie Presley, sposata nell’agosto 2002. La richiesta di divorzio sarebbe arrivata solo tre mesi dopo. La terza moglie dell’attore è stata Alice Kim, e il loro (finora) è stato il matrimonio più lungo. Hanno detto «sì» nel 2004, nel 2005 hanno dato il benvenuto a Kal-El. Dopo 12 anni, la parola «fine» l’hanno scritta nel gennaio 2016, lontano dai riflettori e senza clamore. La star de Il mistero dei Templari ha anche un altro figlio: Weston Coppola Cage, 28, nato dalla relazione con Christina Fulton.

Una vita sentimentale decisamente tormentata. E questo nuovo capitolo non porta pace.

Stefania Saltalamacchia, Vanity Fair

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