I Simpson sono stati rinnovati fino al 2025, supereranno gli 800 episodi

Confermate da Fox la 35esima e la 36esima stagione dei Simpson, che andranno avanti fino al 2025

I fan dei Simpson hanno di che festeggiare. Fox ha deciso di prolungare la serie per altre due stagioni, ordinando la numero 35 e 36. Ciò significa che il cartone animato seriale più amato del mondo, nonché anche il più longevo, avrà almeno altri due anni di episodi inediti da trasmettere al pubblico. Considerati ormai al pari di un’istituzione, sono diventati un appuntamento fisso per milioni di telespettatori, che non ricordano di aver mai conosciuto il mondo senza questi buffi personaggi gialli. Effettivamente, molti di quelli che oggi sono appassionati dei Simpson non erano ancora nati quando andò in onda il primo episodio. Era il 1987 e i Simpson nacquero come segmento all’interno del Tracey Ullman Show. Al fronte di un successo straordinario e inaspettato, due anni dopo divennero una striscia animata autonoma che da quel momento non ha mai smesso di appassionare il pubblico a casa.

La serie animata più citata e amata anche dagli adulti continua a infrangere tutti i record di longevità. Il finale della stagione numero 34, che dovrebbe andare in onda a maggio negli Stati Uniti, la farà arrivare all’episodio 750. Le stagioni 35 e 36 faranno invece superare le 800 puntate. “Ottocento episodi! Nemmeno i Simpson avrebbero potuto prevederlo!”, ha detto a Entertainment Weekly il produttore esecutivo Matt Selman.

Nel marzo 2021 la Fox aveva rinnovato la serie fino alla 34esima stagione, ovvero fino al 2023, raggiungendo l’incredibile quota di 757 episodi. Adesso un nuovo record.

Del resto il programma prodotto da Selman è un vero e proprio concentrato di record del piccolo schermo: da anni rappresenta la serie animata, la commedia e il programma in prima serata con sceneggiatura originale più longevi della storia della TV. Con questo rinnovo, diventa irraggiungibile per le rivali.

Quanto a primati poi, non si possono dimenticare i 35 Emmy Awards vinti e i 530 milioni di dollari incassati in tutto il mondo quando dal piccolo schermo gli abitanti di Springfield sono approdati al cinema con ‘The Simpsons Movie’ del 2007. Homer, Marge e tutti gli altri personaggi di Groening non perdono l’affetto dei telespettatori. Nonostante il calo degli ascolti fisiologico in tutti gli show lunghi, lo zoccolo duro dei loro ‘aficionados’ non cede, soprattutto tra i 18 e i 49 anni. I dati sono rimasti solidi anche dopo che nel 2019 la 21st Century Fox è  stata comprata dalla Disney. La produzione è un fiore all’occhiello della piattaforma in streaming Disney+, che conserva le passate stagioni. Ed è Hulu, anch’esso proprietà della Disney, che trasmette ogni settimana un nuovo episodio negli Stati Uniti.

LA GIORNATA DELLA MEMORIA DEI SIMPSON 

 Non c’è evento o personaggio di fama mondiale che non sia prima o poi approdato nel mondo dei Simpson. Lo scorso marzo sul profilo ufficiale Twitter della serie animata più famosa degli Usa un disegno firmato dal suo creatore mostrava Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie che sventolano la bandiera ucraina, con i colori giallo e blu in segno di solidarietà a Kiev. E adesso per la Giornata della Memoria eccoli apparire emaciati, scheletrici, con addosso le divise a righe dei campi di concentramento, come li ha disegnati l’artista aleXsandro Palombo. Sono ‘I Simpson deportati ad Auschwitz’, due murales apparsi sui muri del Memoriale della Shoah presso la Stazione Centrale di Milano (Binario 21). Proprio dal Binario 21 della stazione centrale di Milano centinaia di ebrei venivano caricati su vagoni bestiame diretti ai campi di concentramento. E qui Palombo, già autore del murales con Marge Simpson che si taglia i capelli in solidarietà con la lotta delle donne iraniane, ha voluto portare le sue due nuove opere. La prima è un ritratto della famiglia prima della deportazione, nella seconda Homer, Marge, Lisa, Bart e Maggie sono ritratti come prigionieri. “Queste opere”, spiega l’artista: “Sono un inciampo visivo che ci costringono a vedere quello che non vediamo più. Le cose più terribili possono diventare realtà e l’arte ha il dovere di ricordarle perché è un potente antidoto ai rischi dell’oblio. Bisogna trasmettere senza filtri l’orrore del genocidio ebreo alle nuove generazioni per proteggere l’umanità da altri orrori come la Shoah.” 





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