Intimi e universali, I grandi Papi in tv

Da Francesco a Giovanni XXIII, dal 13 dicembre sul Nove

Papa Francesco, accolto dalla folla come una rockstar, ma che va a comprarsi le scarpe in negozio o porta la borsa a mano in aereo. Benedetto XVI, curvo in preghiera, a poche ore dalle dimissioni che ammutolirono il mondo. E poi la forza, d’animo e nel corpo, di Giovanni Paolo II, abbracciato alla croce nell’ultima soffertissima Via Crucis. Fino alle rocambolesche fughe di Giovanni XXIII, che, come racconta il suo maggiordomo, seminava la gendarmeria vaticana pur di conquistare una passeggiata a Villa Borghese. Sono ”I grandi Papi” protagonisti della nuova serie prodotta da Discovery Italia, Officina della Comunicazione e Vatican Media, in collaborazione con il Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, in prima tv assoluta da giovedì 13 dicembre alle 21.25 su Nove, a partire da Francesco – Bergoglio, il Papa della rivoluzione e destinati a una distribuzione internazionale. Quattro documentari per raccontare l’uomo che c’è dietro ogni pontefice, tra documenti esclusivi, immagini d’archivio, testimonianze dei loro più stretti collaboratori e ricordi personali di personaggi come Carlo Verdone, Claudio Baglioni, Giorgio Pasotti e Lino Banfi. ”Per noi è importante raccontare un mondo come il Vaticano, nell’immaginario spesso avvolto da un velo di mistero. In realtà è un mondo piccolo, molto più semplice da vivere di quel che si pensa”, spiega monsignor Dario Edoardo Viganò, assessore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, raccontando i molti progetti ai quali si è scelto di aprire le porte, dalle puntate di Alberto Angela per Rai1 al film Il precursore su San Giovanni Battista. ”Ora – dice – è la prima volta che il Vaticano produce una serialità con Discovery, così come è la prima volta per loro di portare un tema religioso in prima serata”. Convinti, spiega, Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero, che ”la bellezza dello share non sia solo un numero, ma, come dice la parola stessa, la condivisione”. Protagonisti della serie sono dunque quattro Papi accomunati anche dall’aver avviato cambiamenti epocali. Bergoglio, il primo a debuttare, il Papa dell’informalità (esilaranti i suoi duetti con le Guardie Svizzere ai cancelli: ”Entro, ma non rubo eh?”), è anche il pontefice delle riforme delle strutture economiche della Santa Sede (con la chiusura di 500 conti dello Ior) e quello che domanda ”Chi sono io per giudicare un omosessuale che cerca Dio?”. ”Benedetto XVI – Ratzinger, il Papa della rinuncia” (in onda il 20), è colui che resta sotto la tempesta a Madrid tra i ragazzi della Giornata Mondiale della Gioventù o che visita rispettoso e scalzo la Moschea Blu, oltre che l’umilissimo che rinuncia al proprio ruolo nel 2013. E poi ”Giovanni Paolo II – Wojtyla, L’atleta di Dio” (il 27), il Papa ‘montanaro’, il primo straniero dopo secoli, che con la sua parola ha avviato la trasformazione politica dell’Europa fino alla caduta del Muro di Berlino. Chiude ”Giovanni XXIII – Roncalli, il Papa buono” (3 gennaio), che avviò il Concilio Vaticano II traghettando la Chiesa nella contemporaneità. ”Volevamo un linguaggio in grado di viaggiare” dice la SVP Chief Content Officer di Discovery, Laura Carafoli, annunciando anche una ”puntata numero Zero di ‘Come è fatto, in Vaticano”’. ”Abbiamo cucito insieme – dice – storie di essere umani, prima ancora che di Papi”. In tutto, aggiungono Nicola Salvi ed Elisabetta Sola, amministratori di Officina della Comunicazione, ”una quarantina di testimoni, con le loro emozioni” per ”una serie, non un format, con quattro documentari ognuno con una sua peculiarità”.

Daniela Giammusso, Ansa

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