Colette, la protesta 100 anni prima del #metoo

Anteprima a Torino, in sala dal 6 dicembre. Con Keira Knightley

E’ un film ben riuscito, che non lascia indifferenti, un biopic in perfetto stile di commedia inglese, destinato a piacere alle donne, ‘Colette‘ domani in anteprima al Torino Film Festival e nelle sale italiane dal 6 dicembre, distribuito da Vision. L’ultimo lavoro dell’inglese Wash Westmoreland, che ne scrisse la sceneggiatura già nel 2001, presentato al Sundance Festival, racconta della rivolta femminile alla cultura dominante vista da parte di una donna riconosciuta come una delle più famose scrittrice francesi, Gabrielle Colette, oltre cento anni prima di #metoo. Colette, interpretata da una diafana ma potente Keira Knightley (molti giornali inglesi e americani l’hanno ritenuta assolutamente candidabile all’Oscar), divenne famosa nella storia della letteratura francese ed europea per il suo personaggio Claudine, di fatto il suo alter ego di donna ribelle, spregiudicata, provocatrice, bisessuale e coraggiosa. Il film, ricco di un’ottima fotografia e di una felice sceneggiatura, forse talvolta un po’ troppo plastica, immerge lo spettatore nelle atmosfere della Franca inizio ‘900, puritana nelle campagne, ma libertina a Parigi, tra feste aristocratiche senza freni, spettacoli al Moulin Rouge e imprenditoria editoriale senza scrupoli. Colette, sposata a Willy, interpretato dal convincente Dominic West, scrittore fallito se non fosse per la moglie che scrive per lui sotto falso nome, pur se innamorata del marito, alla fine si ribella e grida alla Francia intera di essere lei l’autrice di tutti i libri della serie di Claudine. Tutto cominciò per scherzo, alla scrivania della sua casetta di campagna, quando ancora lei e Willy si amavano di amore ingenuo e appassionato. Lui le chiese di scrivere qualcosa per cercare di fare un po’ di soldi e lei inizio così: “Mi chiamo Claudine, abito a Montigny, dove sono nata e dove probabilmente non morirò…”.

Barbara Beccaria, Ansa

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