STEFANO FRESI: «FARE L’ATTORE? È UNA MUSICA. E LA SCRIVO IO»

Parla l’attore romano, classe 1974, attore protagonista, insieme a Luca Argentero e Ambra Angiolini, della commedia brillante «Al posto tuo» di Max Croci

di Stefania Ulivi, il Corriere della Sera

stefano-fresiScambiare vita, abitudini, casa e affetti con Luca Argentero nella commedia Al posto tuo, nelle sale da oggi. Interpretare Tino Buazzelli nella fiction su Nino Manfredi diretta dal figlio Luca. Seguire le peripezie del chimico Alberto Petrelli e del resto della banda di Smetto quando voglio di Sydney Sibilia nel capitolo II (in uscita il prossimo 2 febbraio) e III della trilogia. Recitare il Marivaux de L’isola degli schiavi in scena in primavera al Piccolo Eliseo, spettacolo con la regia di Ferdinando Ceriali per cui sta scrivendo anche le musiche. Non ha tempo di annoiarsi Stefano Fresi. Romano, classe 1974, moglie sassofonista e cantante, un figlio di sei anni che sogna di diventare un chitarrista rock, si sta godendo la possibilità di mescolare le sue passioni. La recitazione e la musica, da cui tutto è cominciato. «Suono da quando sono bambino — racconta —. Ho iniziato per caso, da piccolissimo su una tastierina giocattolo, ho studiato al Conservatorio e pian piano ne ho fatto un mestiere. La musica va d’amore e d’accordo con la recitazione: la lingua è suono, la musica ti insegna valore della pausa, del ritmo».
Come attore si è fatto conoscere grazie al ruolo di Secco in Romanzo criminale. Invece la sua attività di compositore è meno nota.
«Ho scritto musiche per una novantina di spettacoli, per tantissimi jingle per la Rai, per il Romeo e Giulietta di Proietti, per uno spot per Tornatore. E canto: da 25 anni ho un trio vocale, il Favete Linguis con mia sorella latinista che ha rubato il nome a Orazio. Ma non tutti lo sanno, è vero, di recente si è stupito anche Peppe Barra».
Perché?
«Sul set del sequel di Smetto quando voglio. Lui fa il direttore del carcere in cui noi ricercatori siamo rinchiusi e mette in scena uno spettacolo in cui mi esibisco. Dopo il ciak si è girato verso Sydney: “O guaglione canta”. Detto da Barra, una vera medaglia».
In Al posto tuo si trova a vivere la vita di Luca Argentero. Che effetto fa?
«Divertente. Siamo amici già dai tempi di Noi e la Giulia. Rocco, il personaggio che interpreto, è un gran lavoratore, un bravo designer di sanitari, amorevole padre di famiglia. A causa di una fusione aziendale entra in competizione con l’altro direttore creativo. Per scegliere chi tenere in azienda ci fanno scambiare le vite».
Più difficile il ruolo di una persona realmente esistita, Tino Buazzelli.
«È la prima volta che mi capita, è difficile sì, ti misuri anche con la sua immagine pubblica. È stato un grandissimo attore, per me un grande onore. Ci ho messo cuore e rispetto. E sono stato felice di lavorare con Elio Germano che interpreta Manfredi divinamente».
Dà l’impressione di trovarsi bene in mezzo ai suoi colleghi attori. È vero?
«Sì, mi piace fare famiglia anche sul lavoro. Scambiarsi opinioni anche su cose altrui, collaborare è fondamentale. È in quell’atmosfera che sono nate le cose migliori del nostro cinema. Stiamo provando a riproporla».

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