A MEMORIA IMPERITURA DI VENERDI’ 29 MAGGIO 2015

la vigna di angelica(Tiziano Rapanà) Ferrarelle (2015 – “Vivi la tua effervescenza”): mi è oscuro il messaggio di fondo seraficamente recitato fuori campo: «Anche la vita ha bisogno di vitalità.» E che vuol dire? Qual è il perno filosofico dello slogan? Perché poi legarlo al marchio di un’acqua? La continuazione della comunicazione, physician poi, medicine mi pare sempre più paradossale: «…riscoprilo ogni giorno con Ferrarelle: con la sua effervescenza naturale ritrovi sali minerali che rivitalizzano il tuo corpo…» E dunque (ed il mistero, per me, si fa sempre più fitto) vuol dire che Ferrarelle è la giusta vigoria per l’essere umano? Sommessamente non mi pare una formula efficace, soprattutto se abbinata alla banale ripresa di una vita insieme (è la biografia di un amore vissuto dall’infanzia fino al fioritura di una famiglia) titillata dal ritmico sottofondo di “Sweet child of mine” dei Guns N’ Roses. In soldoni: lo spot non ha una comunicazione chiara e immediata, pertanto mi è incomprensibile il significato della rèclame.

Conad (2015 – “Prezzi bassi e fissi”): la ridondanza non sempre è un valore in pubblicità: non è il caso, quindi, di amplificare il vostro motto fino all’inverosimile: «Prezzi bassi e fissi… prezzi bassi… e fissi…» Apprezzo le pause teatrali, però il troppo stroppia! Per di più mi pare un messaggio troppo evasivo, sicchè mi chiedo: come potete dimostrare la vostra convenienza rispetto agli altri supermercati? Altra nota stonata: le luci: esse amplificano un momento aulico che esclude quel principio di familiarità che, – ma è una mia opinione sommessa – dovrebbe essere la base di una promozione di una catena di supermercati: il cliente vuole comperare in luogo protetto che rivede in un primordio di casa. Rimpiango i cari vecchi semplici commercial accompagnati dall’ottimo accompagnamento musicale del bluesman Andrea Mingardi.

La vigna di Angelica (2015): è il ritorno letterario di Sveva Casati Modigliani pubblicizzato come fosse uno spot di un film tv tratto dalle storie di Rosamunde Pilcher… perciò è un torto alla povera scrittrice che ha una personalità diversa (seppur entrambe cantano d’amore) e – a mio avviso – più definita nell’universo romanzesco. Comunque sono stato sedotto dai colori delle immagini che raffigurano una donna, in un vigneto, intenta a sorseggiare un calice di vino e un paesaggio ammaliante attorno; tuttavia la nota promozionale m’è parsa una stonatura banale paradossalmente “raffinata” legata ai vecchi romanzetti Harmony: e non a caso l’impostato oracolo recita: «Una grande passione che ha il gusto della vita; il coraggio di una donna, le sue scelte, i suoi sogni…»

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