BARBARA D’URSO, LA CRONACA NERA DIVENTA ROSA. MA SCOMPARE PER LE TROPPE LUCI

Barbara D'UrsoAll’ora di Barbara d’Urso, come diceva Jannacci, siamo quasi sempre via. Ma il sedimento di qualche sbirciata casuale ce lo fa considerare come la versione tv delle “riviste da parrucchiere”, con le opere dell’Amore (tema calciatori e stelline), quelle del Demonio (i delitti continuamente rivisitati) e un pizzico di Miracoli (più o meno garantiti). Il genere è quello: o stai al gioco (perché “credi” o perché, da spettatore scaltrito, “sospendi l’incredulità”) o te ne fai beffe. Nell’insieme potrebbe essere definito come un programma di cronaca, dove però la notizia non è il fine, ma il semilavorato di un racconto di compagnia, di quelli in realtà sempre uguali perché rimescolano a fiamma bassa un assortimento abbastanza costante di emozioni. È comunque quel tipo di cronaca che è “rosa” anche quando parla di “nera”. Quella che ti immagini leggerebbero i protagonisti di Uomini e Donne e di C’è Posta per te. Una visione della cronaca che, se non ha pressoché nulla a che fare col giornalismo, partecipa comunque della idea di comunicazione che Canale 5 ha consolidato negli anni e attraverso vari formati. Al momento Barbara è sola nel pomeriggio perché i concorrenti non hanno ancora avuto le condizioni e/o la convinzione per contenderle il terreno. La Rai l’ha buttata per ora sul rifiuto della cronaca nera; La7, dopo qualche falsa partenza, ci penserà prima di riprovarci. Ma non è detto che per Canale 5 siano rose e fiori. A Pasqua infatti, zappando casualmente, ci siamo accorti che il programma di Barbara (se ne trasmetteva, per dare riposo alla produzione, una edizione rewind, col meglio di varie puntate precedenti) sta scomparendo da solo dagli schermi. A causa delle luci (per un attimo abbiamo temuto il guasto della Smart Tv da poco acquistata), che sono più sparate che mai per sterminare ogni traccia di rughe, macchie e prolassi di chiunque si aggiri nello studio. Una cura anti-age che, come spesso accade, risulta peggiore del danno che vorrebbe correggere perché accade che insieme con i “difetti”, anche tutto il resto si dissolva in un generale “effetto nebulosa”, a un passo dalla invisibilità. Resta da vedere come la prenderanno, se le cose continueranno a scomparire, le nonne e le nipotine che costituiscono il nucleo più solido dell’audience di Barbara: nel momento in cui le prime cominciassero a perdersi per le nuvole di luce e le seconde si trovassero a pulire le lenti una volta di troppo, allora, proprio allora, sarebbe giunto finalmente per i concorrenti il momento di farsi sotto col meglio che riusciranno a mettere in campo.

di Stefano Baldassone, Il Fatto Quotidiano

Torna in alto