ROBERTO SAVIANO RACCONTA IL 2016: “TROPPI MURI PER ESSERE FELICI”

Domani sul canale Nove e Repubblica.it “Imagine”: un anno da ricordare attraverso foto, emozioni, persone

Tv: Roberto Saviano ospite a Ballaro'Roberto Saviano definisce il 2016 “l’anno dell’esclusione”. Non a caso inizia il suo viaggio tra le immagini dell’anno appena trascorso, con una porta che si apre. “È una foto scattata sul confine tra Usa e Messico”, spiega lo scrittore, “quel giorno per la terza volta nella storia il varco è stato aperto, dando la possibilità di riabbracciarsi per tre minuti, a famiglie che sono state separate anni”. Lacrime dietro una recinzione: così si apre Imagine in onda domani alle 21.15 sul canale Nove; in live streaming su Dplay, su Repubblica.it, su Facebook e YouTube e, in simulcast, sui canali free di Discovery. “Il 2016 è l’anno con più muri della storia dell’umanità”, dice Saviano, nel buio dello studio milanese, “per noi il muro è stato solo quello di Berlino”.
Dopo l’esperimento dello scorso anno, Imagine torna a unire foto, emozioni, carte geografiche, filo spinato e persone. Abidemi, profuga nigeriana fermata a Gorino che porta sul corpo i segni della violenza subita, ripercorre la sua storia, nel silenzio; il vigile del fuoco Mauro D’Angeli racconta come ha ritrovato la vita sotto le macerie. Saviano spiega come i social siano veloci ma non approfondiscano (Edgar Welch raggiunge Washington e spara in una pizzeria perché su Internet ha letto che è un centro di sfruttamento della prostituzione minorile gestito da Hillary Clinton), l’ex sconosciuto Rovazzi, che trionfa con Andiamo a comandare, nata nella sua cameretta, riflette sul web. Siamo schiavi dell’immagine (la ginnasta messicana Alexa Moreno finisce nel tritacarne a Rio perché “troppo grassa”), pronti a giudicare gli altri “diversi”. Giacomo Mazzariol spiega che la diversità non esiste, il fratello Down gli ha insegnato che “tutti abbiamo bisogno d’aiuto”. Lunga la strada delle battaglie civili: da Muhammad Ali al pugno guantato degli atleti alle Olimpiadi di Città del Messico, nel ’68, quando il black power sale sul podio. Oggi il giocatore di football americano Kaepernick s’inginocchia mentre viene suonato l’inno nazionale in segno di protesta contro la violenza della polizia sugli afroamericani.
“Dalla follia del pizzagate, con quel padre di famiglia matto che pensava di fare giustizia, avevo voglia di capire come viene percepita la verità: il 2016 è l’anno della “post- verità””, dice Saviano. “È l’anno dell’Europa che smette di esistere perché tradisce i suoi principi fondativi: un tradimento di cui hai la prova scientifica coi muri. Il muro, a cominciare da Trump, è il programma politico conservatore, lo sarà nei prossimi cinque anni”. Perché è così presente in tv, quando è attivo sui social? “Sui social non riesco a fare memoria, anche se un post ha milioni di condivisioni è una riflessione estemporanea. La tv è ancora un luogo dove puoi fermarti e essere accompagnato”, risponde la scrittore. “Credo nella televisione che possa generare curiosità, peccato che in Italia la sperimentazione venga vista come perdita di share. Ancora non si sono accorti che lo share non è più valutabile in una sera, in un’ora, in un momento. Il palinsesto le persone se lo costruiscono”.

Silvia Fumarola, La Repubblica

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