‘Bene ma non benissimo’, con Shade contro il bullismo. Mandelli: “Scordate I soliti idioti”

Il film che segna il debutto da regista del comico è una storia leggera e potente contro il bullismo. Protagonista una ragazza che con umorismo e coraggio affronta le sfide difficili sfide che la vita le ha messo davanti

Dimenticate I soliti Idioti e la comicità un po’ grossolana. Per il suo primo film da regista Francesco Mandelli (classe 1979 e 14 film da attore) ha scelto una storia potente,affrontata con tocco leggero, per un tema tosto, il bullismo, ma con il linguaggio dei ragazzi perché è a loro che è indirizzato. “Avevo deciso di smettere di fare le cose che facevo prima, sentivo che quel percorso era arrivato alla fine e cercavo una nuova sfida, ho deciso di smettere di preoccuparmi di cosa piace al pubblico e fare quello che piace a me – dice Mandelli – così quando il mio amico Fabio Troiano mi ha proposto di fare un film sul tema del bullismo non ho avuto dubbi. All’inizio la storia era molto diversa con al centro uno youtuber poi quando, a due settimane dalle riprese, il protagonista è saltato, io ho deciso di trasformarlo al femminile. Perché leggendo tantissima cronaca avevo scoperto che i più colpiti della piaga del bullismo sono le ragazze”.Protagonista di Bene ma non benissimo, in sala il 4 aprile dopo la prima a Alice nella città, è Candida (Francesca Giordano, già vista in La mafia uccide solo d’estate – la serie) una ragazza capace di affrontare tutte le difficoltà con ironia e una grande forza di carattere. Ha perso la mamma con cui dialoga dal cimitero (la sempre brava Maria Di Biase), è costretta a spostarsi dal suo piccolo paese sul mare in Sicilia a Torino, dove il padre ha trovato lavoro nella pizzeria dove già fa il cameriere lo zio, se si aggiunge che nella nuova classe c’è un gruppetto di bulli che se la prendono con lei per il suo essere – come dice il papà – “diversamente magra” ci sarebbe da perdere il sorriso ma non per Candida. “Dopo cinque minuti che ho conosciuto Francesca ho capito che era lei Candida – racconta Mandelli – lei era nella vita esattamente come Candida, bellissima ma non nei canoni, “diversamente magra” come dice il padre nel film. Lei ha trovato subito una grande adesione al personaggio e ci ha messo del suo nell’interpretazione”.La straordinarietà di Candida non risiede solo nel suo umorismo e nella sua forza d’animo ma nella sua generosità. Appena arrivata in una città che non conosce, in una classe non particolarmente accogliente è capace invece di dimostrarsi amica di Jacopo, detto Tutankhamon perché non parla mai e ha una passione per l’antico Egitto. Con lui scoprirà tanti angoli di Torino e finirà in diverse avventure, ma soprattutto saprà affrontare i bulli che lo perseguitano arrivando a toccare il loro cuore. C’è una sequenza molto diretta in cui Candida mostra ai bulli le foto dei ragazzi che si sono uccisi perché vittime del bullismo, “sono storie vere, prese dalla cronaca – dice Mandelli – volevo che non ci fossero fraintendimenti: il bullismo non è dare un calcio alla cartella, occorreva qualcosa che facesse capire quando i ragazzi passano il segno. È un film in cui si ride e si scherza ma che ha una base di realtà, e il messaggio per me più importante del film è che non si muore di bullismo, si muore di solitudine. Vorrei che i ragazzi capissero che non c’è bisogno di fare gli eroi, basta un abbraccio, un invito”.Nel film c’è una guest star, il rapper Shade – nome d’arte di Vito Ventura, che a Sanremo ha cantato con Federica Carta Senza farlo apposta – che ha partecipato al film in modo totalmente gratuito, “sapevo che poteva dimostrare una sensibilità al tema – dice Mandelli – visto che da ragazzo ha subito episodi di bullismo ma poi in realtà si è dimostrato ancora più generoso non volendo alcun compenso e aderendo totalmente al progetto. Il titolo del film è nato dal suo sì, era importante avere la sua partecipazione per parlare ai giovanissimi”. D’altronde Mandelli si dice da sempre appassionato di film che hanno per protagonisti i ragazzi “sono cresciuto con Stand by me, I Goonies, Breakfast Club. Sono questi i miei titoli di formazione. Poi adesso che sono diventato padre penso ancora di più che siano film importantissimi, non mi dispiacerebbe affatto specializzarmici”.

Chiara Ugolini, repubblica.it

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