Da Murgia a Bowerman, in tv 20 Donne che sfidano il mondo

Cosa hanno in comune la scrittrice Michela Murgia e l’operatrice anti tratta Francesca De Masi? La chef Cristina Bowerman, dalla Puglia agli Stati Uniti, andata e ritorno con stella Michelin, e la stuntwoman Romina Bobba? E la giornalista d’inchiesta Floriana Bulfon, che ha raccontato le pieghe nere dei Casamonica a Roma, e la direttrice d’orchestra Nicoletta Conti, che ha fatto della musica la sua vita? Sono tutte “Donne che sfidano il mondo”, come il titolo della docuserie di Tv2000, scritta da Riccardo Brun, Paolo Rossetti e Francesco Siciliano e prodotta da Panama film, in onda dal 3 marzo – proprio nella settimana della Giornata Internazionale della donna – dal martedì al venerdì alle 19.30. Venti puntate, per venti storie, raccontate dalle stesse protagoniste.
“Per una tv come la nostra affrontare il tema della donna non è solo un’esigenza di attualità, ma una precisa responsabilità”, esordisce il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante, presentando la serie nell’archivio centrale dell’Unione Donne Italiane.
“Ognuna delle venti protagoniste – spiega – offre un contributo personale, ognuna nel proprio campo, nel ridisegnare il ruolo femminile all’interno della società, che non può essere di secondo piano. Cosa hanno in comune? Nulla. Ognuna di loro è unica e irripetibile così come la vicenda che l’ha portate fino a qui. Ma sono anche legate da un filo rosso di eccellenza in quello che fanno, spesso sfondando una barriera, aprendo una porta chiusa, spostando ogni giorno la linea del proprio traguardo un po’ più in là. Lo fanno per loro stesse e per le donne di domani”.
“Non siamo partiti con l’idea di dover raccontare le donne come parte di una pinacoteca da costruire e alimentare con nuove figurine – aggiunge Francesco Siciliano – Ma di raccontare il presente attraverso un’angolazione particolare”. Ecco allora la campionessa di kick boxing Gloria Peritore, che “sul ring” ha scoperto “quanta forza avevo e come portarla fuori, anche nella vita”. O l’ecostilista Eleonora Riccio, che ha lasciato la sua carriera per importanti brand, per dedicarsi al Made in Italy e all’artigianalità. O l’architetta delle periferie Guendalina Salimei, la cui storia è stata raccontata al cinema da Paola Cortellesi. E poi ancora, una dopo l’altra, la restauratrice di auto d’epoca Giovanna Parascandolo; la campionessa di braccio di ferro Chiara Acciaio; la presidente AFEVA Giuliana Busto; la cercatrice di piante rare Isabella Dalla Ragione; l’insegnante ai bambini oncologici Daniela Di Fiore; la liutaia Ezia Di Labio; la docente di italiano e storia nel carcere minorile di Nisida Maria Franco; la ex direttrice dei Musei Capitolini e direttrice del Museo Barracco di Roma Marina Mattei; la chirurga vascolare Carmen Pediliggieri; l’ispettore capo commissario di Scampia, Veronica Quaranta; la presidente di Casamica onlus, Lucia Vedani.
Tutte donne animate da una passione che spesso le ha portate a discostarsi dalla strada che la società o la famiglia avevano tracciato per loro, intraprendendo una via nuova, non battuta, più difficile. “Le abbiamo scelte cercando l’unicità in quello che facevano e come lo facevano”, spiega Paolo Rossetti, magari con l’obiettivo di “ispirare altri a percorrere la stessa strada”. “Abbiamo anche cercato donne che onorassero il titolo della serie – aggiunge Riccardo Brun – Ognuna di loro ha sfidato qualcosa: uno stereotipo, se stessa o il brutto che vedeva. E cambiando un pezzettino di noi stessi, si cambia anche un po’ il mondo”.
   

Daniela Giammusso, ANSA

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