Cinema, emergenza coronavirus

Lunedì 17 febbraio la top3 degli incassi nelle sale cinematografiche italiane vedeva Fabrizio De Andrè e Pfm-Il concerto ritrovato al primo posto con 269 mila euro di box office, davanti a Gli anni più belli (163 mila euro) e Parasite (98 mila euro).

Sette giorni dopo, con l’emergenza del coronavirus a fiaccare tutta l’economia italiana, i dati della top3 di lunedì 24 febbraio recitavano: Bad boys for life a 43 mila euro, davanti a Gli anni più belli (31 mila euro) e Il richiamo della foresta (24 mila euro). In sostanza, siamo a sei-sette volte meno. Un rapporto peggiorato nelle giornate del 25 e del 26 febbraio, in cui la top3 è a livelli bassissimi di botteghino: Gli anni più belli a 36 mila euro, Bad boys for life a 31 mila e Il commissario Montalbano- Salvo amato Livia mia a 22 mila euro per martedì 25 febbraio, e, invece, Gli anni più belli a 39 mila, Bad boys for life a 34 mila e Parasite a 23 mila per mercoledì 26 febbraio. Sia martedì 18 febbraio, sia mercoledì 19 febbraio, prima che il caos scoppiasse, i film col primato al box office veleggiavano nell’intorno dei 400 mila euro. Insomma, un vero disastro, siamo a 10-11 volte in meno. D’altronde in molte regioni le sale cinematografiche sono chiuse per ordinanze a tutela della salute pubblica. Ne restano aperte poco più del 50% del totale nazionale. E i nuovi film non escono, proprio perché produttori e distributori non vogliono incorrere in bagni di sangue annunciati.

Chiaro che questa situazione ha un impatto fortissimo su esercenti, distributori, produttori, e mette a disagio pure le concessionarie che raccolgono la pubblicità da trasmettere prima della proiezione dei film in sala. Come spiega Fabio Poli, presidente di Fcp Associnema- Federazione concessionarie pubblicitarie, «le tre principali concessionarie cinematografiche associate (ovvero DCA, MovieMedia e Rai Pubblicità, ndr) stanno monitorando e gestendo su base quotidiana il rapporto con tutti gli investitori e i centri media, che ci teniamo a ringraziare per la comprensione del momento. Il nostro compito in questa fase è di lavorare per individuare con ciascun cliente pubblicitario la giusta ri-pianificazione delle campagne attive e in partenza, garantendo le performance concordate e puntando anche sulla continuazione della programmazione nelle sale, che sono oltre la metà, a oggi attive e aperte sul territorio. La distribuzione cinematografica, pur con la particolarità di un momento mai affrontato fino a oggi, sta valutando con cura il nuovo posizionamento di alcune uscite e le concessionarie stanno ricalibrando le campagne con la stessa attenzione».

Fcp-Associnema esprime solidarietà all’intero esercizio cinematografico che in questo contesto sta, con grandi sforzi, affrontando l’emergenza portando avanti la funzione di istituzione sociale dove vivere i sogni e le emozioni collettivamente. E Poli, osservando i numeri di chi in questi giorni sta comunque andando al cinema, ritiene che «andrebbe trovato il modo per dare valore a questa numerica e a quella che avremo alla ripartenza; si tratta di persone che hanno un atteggiamento neutrale o disinvolto verso l’emergenza, che mantengono inalterato il loro stile di vita consumando per l’intrattenimento culturale e, per sillogismo, mantengono invariati i loro consumi privati, scelgono il cinema che è l’unico media che per propria natura ti immerge in un contesto che fa leva sulla fantasia disconnettendoti dal mondo reale o dall’attualità».

Claudio Plazzotta, ItaliaOggi

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