Sanremo, le ‘note di colore’ in 70 anni di Festival

Le canzoni ma anche gli abiti specchio dei tempi. Su uno dei palchi più famosi d’Italia si sono alternate paillettes, minigonne e hippie. Una carrellata dei look più noti, da quelli delle co-conduttrici a quelli degli artisti in gara

Sanremo è soprattutto musica: brani che fanno la storia, canzoni destinate a restare… successi, vittorie e tormentoni, dischi venduti e dischi vinti. Ma c’è anche il colore dato dai fiori, dal contesto e dai vestiti degli ospiti, dei cantanti, dei conduttori e delle co-conduttrici.

Gli abiti, che sottolineano non solo la personalità di chi li indossa, ma anche un’ epoca. Abiti che sono un segno dei tempi e dei costumi.

È il 29 gennaio del 1951, quando il Festival della Canzone italiana viene trasmesso per la prima volta via radio e a vincere è Nilla Pizzi con “Grazie dei fiori” che si presenta sul palco del Casinò di Sanremo con abiti lunghi e vaporosi e corpini ricoperti di lustrini e paillettes.

In quegli anni, le icone di riferimento per la moda femminile creano due percorsi: l’eleganza bon ton e impeccabile di Grace Kelly e Audrey Hepburn, e il sex appeal dirompente di Marylin Monroe e Ava Gardner. E in questo periodo gli stilisti iniziano a disegnare collezioni per una donna che resta sempre elegante, ma diventa più emancipata rispetto al passato.

A partire dal 1955, al Festival arrivano le cosiddette “vallette”, oggi co-conduttrici che, con le loro diverse caratteristiche, accompagnano in differenti modi il conduttore. La prima fu Maria Teresa Ruta, zia omonima della nota conduttrice. Gli abiti iniziano ad avere risalto nell’ambito del Festival e, nel 1958, gli interpreti sono tutti vestiti delle Sorelle Fontana.

La prima valletta del Festival degli anni ’60 è Enza Sampò e, anche se a Sanremo non è ancora tempo di minigonne, queste iniziano la scalata al successo sulle gambe delle donne di tutto il mondo. Inventata nel 1966 da Mary Quant, questa gonna irrompe nella moda grazie al celebre ritratto della modella Twiggy e la bellezza femminile diventa più sexy. Son gli anni di Brigitte Bardot e Jane Fonda.

A Sanremo, in quegli anni, Iva Zanicchi vince insieme a Claudio Villa, avvolta in un lunghissimo abito nero; Gigliola Cinquetti canta “Non ho l’età” con un abito dalla linea ancora rigorosa, e Mina sceglie i tubini e le gonne ampie. Dal 1960 i cantanti, le vallette e gli ospiti d’onore scelgono il proprio stilista o la sartoria a cui rivolgersi e iniziano ad arrivare in scena capi unici e inimitabili.

La moda del decennio successivo è una rivoluzione in tutti i sensi: arrivano gli hippie. Jeans a zampa di elefante e zeppe imperversano e anche lo stile del Festival si rinnova. Sul palco, Claudia Mori, insieme ad Adriano Celentano,sfoggia una chioma cotonata, stivali al ginocchio e top con le frange. Mentre Patty Pravo è in una tuta nera a zampa. Le vallette, solo per citarne alcune, in quegli anni sono: Ira Furstenberg 1970, Elsa Martinelli 1971, Sylva Koscina 1972, Gabriella Farinon 1973 e 1974, Sabina Ciuffini 1975.AnsaClaudia mori con Adriano Celentano, 1970

Nel dire “anni ’80” l’associazione mentale con i look di Madonna è immediata. Colori fluo, nero, borchie, frange, scaldamuscoli, calze a rete, spalline e giubbotti in pelle. All’Ariston sono in tante a portarle, prime fra tutte Anna Oxa e Loredana Berté. Le donne accanto a Pippo Baudo, tra gli anni ’80 ne ’90, sul palco sono molte: Milly Carlucci, Claudia Koll, Valeria Mazza, Alba Parietti… ma con gli anni ’90 arrivano le supermodelle come Cindy Crawford e Claudia Shiffer e al Festival c’è spazio per innovazioni, colore e movimento, come su di una passerella. I cantanti smettono di rispettare dei canoni e ci si inizia a vestire con maggiore libertà.

A partire dal 2000, poi, sul palco di Sanremo ci sono leggerezza e look stravaganti: le varie personalità cercano di lasciare il segno anche con abiti che possano colpire il pubblico ed essere ricordati.

Per quello che riguarda le conduttrici, si riscopre il piacere di indossare abiti “bomboniera” e vestiti da red carpet. Restano nella memoria gli abiti firmati Gai Mattiolo per Antonella Clerici, conduttrice nel 2005, o quelli Dolce & Gabbana di Bianca Balti, valletta del 2013.

Michelle Hunziker, nel 2018, era vestita dalla linea Privè di Armani di Trussardi, mentre nel 2007 indossava un mini-dress di Gucci.

Grande attesa per l’edizione ormai alle porte, dove le 5 dame che si alterneranno al fianco di Amadeus porteranno i loro diversi stili e le loro diverse personalità.

Cosa indosserà martedì 1 febbraio Ornella Muti? E mercoledì 2 febbraio Lorena Cesarini ? L’eccentrica Drusilla Foer ci stupirà il 3 febbraio? La sportiva Maria Chiara Giannetta sarà in lungo il 4? E come chiuderà Sabrina Ferilli, alla sua terza edizione?

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