MORGAN: “CHE VOCE GEORGE MICHAEL. UN VERO SOULMAN MA SOTTOVALUTATO”

Il cantante ricorda la star inglese da poco scomparsa: “Non aveva un’età adatta per la morte, mi aspettavo che producesse altre cose belle, perché era il più bravo di tutti. Gli voglio tanto bene, si merita un grande applauso”

morgan“SONO amareggiato e triste, è un lutto inaspettato. Come molti giovani degli anni Ottanta, come Prince, a 53 anni George Michael non aveva un’età adatta per la morte, mi aspettavo che producesse altre cose belle, perché era il più bravo di tutti. Ma anche sottovalutato. Gli voglio tanto bene, si merita un grande applauso”.
Cos’è stato per la musica?
“Uno dei più grandi cantanti soul. Il primo disco degli Wham!, Fantastic, è un capolavoro di funky e uno dei primi dischi in cui si rintraccia il rap, una passione di Michael che pur avendo la faccia di un bianco aveva un’attitudine black. L’hanno confuso con la new wave, ma aveva più a che fare con Marvin Gaye che con i Cure“.
I momenti che lo fotografano meglio.
” Listen without prejudice, uno dei primi venti album del soul. E un pezzo funky degli Wham! quasi commovente, A Ray of Sunshine, che parla di un giro di basso come di un raggio di sole, un ritornello che mi dà i brividi. Dal punto di vista della sua bravura, l’esecuzione di Somebody to love al “Tributo a Freddie Mercury“: vedendolo chiunque capisce che era un grande. Di fronte a un portento incredibile come Mercury, Michael l’ha guardato in faccia e gli ha detto: adesso canto io, e lì per un attimo è scomparso Mercury, è diventato il palco di George Michael. David Bowie non c’era riuscito. Lo ricordo bene, perché ero nelle prime file: c’erano anche Elton John, i Metallica, Annie Lennox, Paul Young, gli Who, Michael diede una pista a tutti”.
A 15 anni la riprese il Tg1 a un concerto di Michael a Milano.
“Era l’87, promuoveva Faith, chiesi a mia mamma di accompagnarmi all’Arena di Milano. Avevo preso i biglietti mesi prima. Conoscevo tutti i suoi pezzi, li suonavo, ho imparato la chitarra sui pezzi degli Wham!. Mi ero vestito in perfetto stile, con la giacca con le marsine. Arrivato lì vedo una troupe del Tg1 e così mi fiondo verso le telecamere e canto tutto Wham rap: si vede la voglia di farmi vedere, l’impegno, la pronuncia perfetta, insomma ero già bravino”.
Si dice sia stato sottovalutato. Non da lei…
“Nell’83 quando è nata Videomusic avevo 11 anni, fino ad allora avevo guardato Jeeg Robot e Goldrake, quei cantanti erano simili, Nick Rhodes sembrava Actarus, i Thompson Twins con i capelli rossi erano manga, mi facevano tristezza i rockettari seri che venivano dagli anni 70 e che schernivano gli anni 80. Anche Michael sembrava il personaggio di un fumetto, invece dei fumetti cominciai a nutrirmi di album di musica”.
Michael aveva una personalità complessa.
“Un solitario, una personalità schiva e delicata: negli ultimi dieci anni si è parlato di lui perché veniva trovato addormentato o in situazioni di alterazione chimica mentale, o in situazioni promiscue perché aveva perso il controllo. Mi faceva simpatia la sua voglia di mischiarsi, come Michel Foucault, Andy Warhol, come Pasolini“.
Mick Jagger disse che era “un parrucchiere con velleità canore”.
“Detto da un ragioniere sembra davvero il colmo. Jagger è stupido, andava con la coda tra le gambe a vedere le registrazioni dei Beatles per capire come facessero a fare cose così belle”.

Carlo Moretti, La Repubblica

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