Tananai presenta il suo primo album “Rave, Eclissi”, tra voglia di divertirsi e fragilità

L’album è composto da 15 tracce e racchiude tutte le anime dell’artista che è anche il produttore di se stesso.

Rave, Eclissi è il primo album di Tananai e segue l’EP Piccoli Boati del 2020. Composto da 15 tracce, racchiude tutte le anime di Tananai: artista, produttore, cantautore, la sua parte più festaiola e i suoi lati più introspettivi, giovane uomo che convive con una società dai mille volti. In lui albergano amore, insicurezze, pentimento, la voglia di festeggiare le belle esperienze della vita e di divertirsi, ma anche la volontà di mettere a nudo le proprie fragilità sono solo alcuni dei temi principali che vivono in connubio e antitesi nel disco, prodotto dallo stesso Tananai.

Alberto partiamo dalla storia dell’album: quando è nato e come ci hai lavorato visto che sei anche il produttore? Inoltre la cover, che simboleggia, le tue due anime: c’è un motivo per cui la metà oscura sta sopra rispetto a quella luminosa oppure è solo una questione grafica?

La disposizione della cover è una questione puramente grafica, anche se magari ricollegandomi al subconscio si potrebbe trovare una risposta. Non c’è un preciso momento in cui è nato, ma c’è un momento in cui è finito e lo abbiamo fatto uscire. Vista l’importanza che dò al sound dovevo produrlo necessariamente io, questo mi permette di scrivere più spontaneamente. Un’altra cosa importante, oltre a mostrare le mie facce, è proprio essere spontaneo, essere veloce. Due giorni di lavoro cominciano essere troppo per un brano.
La ragazza che uccide l’uomo che sta guardando l’alba in realtà uccide la speranza e il mandante è la solitudine digitale? Anche perché nella tracklist arriva Quelli come Noi che trasmette un senso di disorientamento. Poi ne Gli Anni Migliori chiedi un po’ di tutto che ve lo siete meritato…vi sentite così schiacciati dal fallimento delle generazioni che vi hanno preceduto e l’assenza di un futuro?
Penso do sì. C’è uno step evolutivo tra la mia generazione e quella successiva, secondo me si sono creati dei nuovi lavori con le piattaforme, per forza di cose ci siamo adattati. Nel periodo del covid ho scritto Gli anni migliori il testo più disilluso: non mi sentivo preso in considerazione ma ora ti dico che sono fiducioso sul futuro, secondo me andremo a stare bene.
Tra Sesso Occasionale e ci vediamo dopo il sesso di Piccola Gabber cosa c’è in mezzo?
La musica e il fare i live, le due cose senza le quali non potrei vivere. Il sesso non è solo fisico per me, è conoscere una persona mentre la musica è conoscere altre persone. Se la musica nascesse in uno stanzino farei un altro lavoro.
La vostra stanza che non aveva porta e la versione moderna della soffitta a un passo dal cielo blu di Gino Paoli?
Non oserei mai, non mi paragono a quel pezzo e a quell’autore ma ci può stare nel mio piccolo.
Se mi fermano le autorità stavo cercando la felicità…non dovrebbero proprio essere invece le autorità a guidare la macchinata? A proposito di felicità…dopo quello che è successo a Modena mettere la parola Rave in un titolo è a rischio daspo!!!
Lo ho fatto molto prima e ci sono le prove, poi però si sono disallineati i pianeti. In questo caso una autorità è una persona più saggio. A volte capita di incontrare chi ha vissuto più tempo ma meno esperienze. Oggi non saprei cosa consigliare a un adolescente che non è andato a scuola negli anni migliori. Oggi le autorità sono dei consulenti ed è importante il dialogo.
Baby Goddam mi ricorda molto il lavoro di produzione di Giorgio Moroder: ti chiedo se gli anni Ottanta sono per te un decennio di riferimento e quanto tempo dedichi alla ricerca per sperimentare. Ospiti nel disco anche una ragazza che sembra gli anni Ottanta
I periodi musicali sono tutti importanti anche quelli di secca. Sono fiducioso, se c’è arsura si prerara il terreno per qualcosa di importante. La ricerca è fondamentale, io per farla ho bisogno di ascoltare musica e ispirarmi, oggi non si inventa nulla ma tutto si può rielaborare.
La punta più alta della maleducazione è la tua vecchia discografica che non ti ha capito?
Quel brano è lo sfogo di un ragazzo arrabbiato, non si sa con chi o con cosa forse col mondo. Quella persona era uno dei tanto ostacoli alla felicità. Ma poi ho compreso che tu sei l’artefice del tuo destino e nessuno arriva a salvarti. E’ il brano più vecchio del disco e ha segnato la differenza rispetto al me che ero e che sono adesso.
Se penso a Piccola Gabber, Nera Salsa di Soia Rave, Eclissi ho la sensazione che tu abbia molto giocato con la tua voce, forse per la prima volta. E’ così? E resterà così in futuro?
Spero di continuare a giocare e scoprire cose nuove. La musica mi fa scoprire tante parti di me, che si chiamino talento o pecche. In primis vorrei continuare a essere il primo a spiazzarsi per quello che fa.
Alla fine possiamo dire che nelle tue tasche non c’è più solo mal di testa e che grazie alle tue canzoni abbiamo recuperato un po’ degli anni migliori?
Lo spero! Sarebbe bellissimo essere un po’ degli anni migliori degli altri.
Che accadrà nelle prossime settimane oltre agli instore?
Da maggio 2023 farò dei concerti nei grandi club e poi vedremo che accadrà in estate.


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