Halloween si avvicina ed è corsa al costume di Jeffrey Dahmer. Ma Ebay dice no

La fortunata serie tv incentrata sul mostro di Milwakee spopola nei travestimenti ordinati online ma, tra chi vende, c’è chi si rifiuta per rispetto dei familiari delle vittime

Zazzera bionda, sguardo fisso, occhiali dorati “aviator glass” primi anni ottanta e tuta arancione: alzi la mano chi non ha riconosciuto nella descrizione il vestito e la persona del serial killer più chiacchierato degli ultimi tempi, Jeffrey Dahmer.

Che le temperature siano più alte del normale, poco importa: Halloween è alle porte e la corsa al costume più spaventoso è iniziata già da giorni. 

A far da traino, su tutti, il costume del serial killer Jeffrey Dahmer, sulla scia della fortunata serie televisiva in onda su Netflix.

Ma come ogni fenomeno di massa che si rispetti, fioccano le polemiche da parte dei familiari di quelle che furono le vittime del mostro di Milwakee.

Dubbio gusto o meno, il costume alla Dahmer piace. Al punto che eBay ha, di contro, dovuto vietare gli annunci di vendita degli occhiali, parrucca e tuta arancione. Ricordando agli inserzionisti che la piattaforma nelle sue linee guida parla chiaro: si vieta il commercio di  “oggetti strettamente associati a criminali violenti, ai loro atti o alle scene del crimine degli ultimi cento anni

Al contrario di eBay, invece niente ferma un altro grande colosso online, Amazon. Se si digita “Dahmer” i risultati danno libri e dvd sul serial killer, non i costumi, è vero. Ma basta utilizzare delle parole chiavi di ricerca mirate come “tuta arancione Dahmer” o “occhiali Dahmer” che appare subito una ricca selezione di prodotti che, inequivocabilmente, ricreano il costume in tutto e per tutto. 

Poca attenzione, forse per quanto denunciato in una recente intervista rilasciata a The Guardian da Shirley Hughes, madre della vittima Tony Hughes: “Non vedo come possano usare i nostri nomi e mettere fuori cose del genere là fuori”. Ma tutto è quantificabile, tutto fa tendenza e Halloween conferma la sua vocazione a giocare, per esorcizzarle, con le paure e i fatti più raccapriccianti accaduti anche nella realtà.

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