MYSS KETA è la sacerdotessa del baccanale nell’inclusivo “Club Topperia”

Esce il terzo caleidoscopico album della rapper dall’identità segreta: “Simbolo delle diverse anime rappresentate da featuring, produttori e personalità come Malena, Isabella Santacroce e la Cipriani”

MYSS KETA torna a celebrare il mondo della night life, in particolare quella milanese. “D’altronde, un personaggio techno-romantico come Myss sarebbe potuto nascere solo a Milano” ha spiegato l’artista dall’identità segreta presentando il suo terzo album, “Club Topperia”. Tra ritualità spirituale e dialogo tra sensi e corpo, i 16 nuovi brani sono il racconto di una notte vissuta all’interno del Club Topperia dal tramonto all’alba. È un po’ come se quando il giorno dopo ti svegli e hai i flashback della serata: ecco, ogni flash rappresenta una delle canzoni dell’album”, racconta da dietro la sua mascherina.

Quello del titolo è un luogo-non luogo per la rapper: “Club Topperia da una parte è il club immaginifico e immaginario, un luogo in cui ci si muove senza limiti spazio-temporali. È un po’ il club archetipico di Myss, pescando elementi anni Ottanta, Novanta e Duemila, e anche futuristici. È un club che esiste per ora solo nella mente di Myss. Va dai fasti dello Studio 54 al clubbing milanese del periodo ’80-’90, fino a un ipotetico club situato nello spazio”.

L’elemento fondamentale è chi partecipa a questo club. “È un album pensato per essere inclusivo, e noi non potevamo essere da meno. Siamo tra persone che condividono gli stessi valori, quindi quello rimane fermo. Si ampliano però i punti di vista e gli sguardi sul mondo del club”. Dalla pornostar Malena alla scrittrice Isabella Santacroce, dalla performer Silvia Calderoni alla soubrette Francesca Cipriani, c’è posto per tutti. Infatti l’album è un caleidoscopio di featuring (Guè, Noemi, D’Argen D’Amico, Post Nebbia, BigMama), produttori (Populous, Crookers) e personaggi trasversali che “rappresentano tante parti diverse della stessa anima”.

Per MYSS KETA, Isabella Santacroce e i suoi romanzi sono stati una fonte d’ispirazione: “Ci siamo trovati con la stessa idea del clubbing, e del valore purificatore della nightlife e a questo proposito spiega: “Secondo me andiamo in un club per non essere più entità singola con i nostri problemi della vita quotidiana, andiamo in un club per essere un’unione col tutto, per essere primitivi, istintivi, per essere musica, ballo, suono, per sentirci uniti a chi ci è accanto, per non fare più domande come ‘Che lavoro fai, ciao, dove abiti?’. Basta. È un ambiente dove le persone vengono fuori nel loro spirito più puro“.

La scelta delle persone che partecipano a questo “Club Topperia” va oltre il senso della “gang di ragazze”, ormai allargato dal 2015, quando uscì “Le ragazze di porta Venezia” e Keta è consapevole che “ogni cosa che fai è politica“. “Quello che faccio è come un tirare la corda e cercare di smuovere qualcosa. Non che io mi dia dei compiti particolari, però credo che già mostrare come vedi tu il mondo, cosa vorresti vedere nel mondo, è un modo per far vedere il tuo punto di vista su come vorresti vivere le cose”.

L’artista dà poi appuntamento al suo tour, che partirà il 4 giugno da Cremona, sul palco del Tanta Robba Festival, per toccare i palchi da nord a sud e ritorno. Intanto per la sua città, al momento, ha in agenda solo l’impegno con Fedez e J-Ax e il loro LoveMi il 28 giugno in Piazza Duomo. “È stato Dargen D’Amico a introdurmi a Fedez” ha raccontato. “E in quell’occasione spero tanto di poter mettere in scaletta pure una versione remix della nostra ‘La cassa spinge'”.

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