Rete 4 festeggia i 90 anni di Clint Eastwood trasmettendo il film “Ore 15:17 – Attacco al treno”

Ci sono attori eternamente non protagonisti, e altri eternamente protagonisti. Alla seconda categoria di interpreti – che poi spesso sono anche fuoriclasse – appartiene sicuramente Clint Eastwood che compie 90 anni (il prossimo 31 maggio). L’occasione per festeggiare è ghiotta. Così, Retequattro ha deciso di augurargli buon compleanno alla sua maniera, con il giusto garbo e il dovuto tripudio. Come, quindi, vi chiederete? Prendendo in prestito per qualche ora un capolavoro del grande schermo “Ore 15:17 – Attacco al treno” in onda mercoledì 27 maggio in prima visione tv. Un regalo per Eastwood e per i telespettatori. Non solo quelli appassionati al genere. La pellicola, ispirata a un fatto realmente accaduto – lo sventato attacco terroristico del 21 agosto 2015 sul treno Thalys diretto a Parigi – ha suscitato le coscienze del cinema per la scelta inusuale e coraggiosa del regista di chiedere a Anthony Sadler, Alek Skarlatos e Spencer Stone di interpretare se stessi. I tre giovani si sono ritrovati, dunque, in prima linea nella finzione cinematografica come nella realtà.

E così, dicevamo, Retequattro augura buon compleanno all’attore iconico, al grande regista, al produttore cinematografico. A colui che ha conosciuto la fama con “Gli uomini della prateria” ed è stato consacrato al successo – grazie al maestro di casa nostra Sergio Leone – con la triade “Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più” e “Il buono, il brutto e il cattivo”. Pure la serie “L’Ispettore Callaghan” ha fatto la sua parte per consacrarlo nell’Olimpo dei cowboy americani, anche un po’ mastini in divisa. Al genere western, Eastwood è rimasto legato a doppia mandata, ne è stata dimostrazione la realizzazione de “Gli Spietati” che lo ha visto muoversi dietro e davanti la macchina di presa con enorme maestria e gli ha fatto piovere addosso ben nove nomination agli Oscar. Di statuette ne vinse poi due: miglior film e miglior regia. E a proposito, il più insigne riconoscimento di Hollywood gli è stato consegnato anche per “Mystic River” e “Million Dollar Baby”.

Clint non è solo uomo di cinema, ma anche di casa – non nell’accezione comune dell’espressione (se lo state immaginando tutto cucina, pulizie e focolare pensate ad altro) – è uomo di casa nel senso che ha avuto una vita privata piena: otto figli, due moglie e qualche (o forse un po’ più di qualche?) scappatella qua e là. Ma a chi regala capolavori senza tempo, il pubblico perdona tutto. E ringrazia il cielo per la ultrasessantennale carriera di Eastwood, costellata di eccellenti lavori, infiniti premi, fiumi di inchiostro usati per cristallizzarne la bravura. Lo ringrazia il cielo – il pubblico – forse anche più di quanto faccia Clint stesso. Probabilmente, infatti, non si risparmia il medesimo trattamento riservato ai suoi personaggi: c’è sempre un colpa da pagare, un peccato da espiare, un comportamento da correggere. Sarà questo il segreto della longevità? Forse non lo scopriremo mai, intanto tanti auguri!

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