Diana Ross, la regina della Motown ha 75 anni ma non si ferma: è ancora la diva

Il debutto negli anni Sessanta in una delle prime formazioni femminili nere della storia, le Supremes. Dall’r&b al soul, dalla disco al pop, fino all’amicizia con Michael Jackson. E poi i premi e, ancora oltre, la businesswoman: arrivata alla terza età Diane Ernestine Earle non ha intenzione di fermarsi. Sul palco? Ci resterà per tutta l’estate

Diana Ross festeggia in anticipo i 75 anni o meglio, li festeggia ormai da mesi. La prima vera diva della black music, che ha influenzato tutta la scena soul e r’n’b degli anni Sessanta e non solo, la leggendaria leader delle Supremes, una delle prime formazioni nere al femminile popolari (e vendute) quasi quanto i Beatles, si prende tutto il 2019: dopo l’omaggio che le è stato tributato durante la 61esima edizione dei Grammy Award lo scorso 10 febbraio, ha infatti annunciato una serie di esibizioni dal vivo. Per continuare la celebrazione del suo compleanno – è nata a Detroit il 26 marzo 1944 – Ross salirà sul palco della Radio City Music Hall di New York il 22 giugno. Ma non è finita: dopo i tre concerti di Las Vegas lo scorso mese, Ross ne ha già in programma altri: il 13 aprile sarà a Catoosa, in Oklahoma, all’Hard Rock Hotel and Casino Tulsa e il 25 dello stesso mese a New Orleans, in Louisiana, al Fair Grounds Race Course & Slots. Poi, le date estive del 22 e 27 giugno e del 22 luglio rispettivamente a New York, a Vienna (Virginia) e a Morrison (Colorado).Durante i Grammy Diana Ross ha dimostrato ancora di essere non solo una diva ma anche un’affettuosa nonna: prima di cimentarsi in The Best Years of My Life e Reach Out And Touch (Somebody’s Hand), è stata accolta sul palco dal nipote di 9 anni Raif-Henok Emmanuel Kendrick, che ha affermato che la sua “nonnina ha mostrato al mondo che nulla è al di là della sua portata”. Ross ha poi fatto il suo ingresso in un delicato abito color cremisi, raccontando la sua passione per la musica: “Quando ero una bambina, ho sentito la gioia di cantare. Mi ha reso felice e ha reso felici i miei genitori “, ha detto al pubblico prima di cantare.Domani sarà anche il momento per le celebrazioni vere e proprie, quelle che vanno al cuore della sua musica e della sua arte: uscirà non solo il film Diana Ross: Her Life, Love and Legacy, che ripercorre la vita dell’artista con, in particolare, materiale tratto dal concerto del 1983 a Central Park. Il film, che includerà filmati mai visti prima e messaggi dei componenti della famiglia Ross, uscirà in quasi 700 cinema degli Stati Uniti, mentre lo stesso giorno Diana si esibirà all’Hollywood Palladium per festeggiare in compagnia di fan, familiari e amici.Diane Ernestine Earle Ross nasce da una famiglia umile: prende il secondo nome da Ernestine, un’insegnante, mentre il padre, Fred, è un ex militare dell’esercito americano: lo incontrerà solo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando rientrerà a casa. Il suo sogno è diventare stilista: studia design alla Cass Technical High School della sua città, poi lavora ai grandi magazzini Huston. Anche qui farà un record: sarà infatti la prima dipendente nera del negozio. Ha quasi terminato gli studi ma la musica comincia a diventare la prima passione. Si diploma e, alla fine degli anni Cinquanta, inizia a cantare nelle Primettes, un quartetto di vocalist composto da Mary Wilson, Florence Ballard e Barbara Martin: è la gemma da cui sbocceranno, che nel 1962 prende il nome di Supremes ottenendo subito un contratto con la casa discografica che è sinonimo di soul music, la Motown.Il successo arriva con l’album Where Did Our Love Go?, pubblicato nel 1964, vente oltre due milioni di copie. Alla fine degli anni Sessanta, Ross è già una superstar in tutto il mondo, specialmente in Gran Bretagna. Quando il decennio sta per finire, e il terzetto ha venduto ben cinquanta milioni di dischi, le Supremes vengono invitate addirittura dalla Famiglia Reale inglese con, tra gli spettatori, anche Roman Polanski, Cat Stevens e Paul McCartney. Poi arriva la carriera solista e i riconoscimenti: con Diana Ross presents The Jackson 5, nel 1969, ottiene una nomination ai Grammy Award nella categoria Miglior cantante soul femminile grazie al brano Ain’t No Mountain High Enough e si dedica anche al cinema. Nel 1973, con La signora del Blues, dove interpreta Billie Holiday, viene addirittura nominata agli Oscar come miglior attrice protagonista. Il ruolo le varrà anche la nomination ai Nyfcc Award e ai Bafta Award e la conquista del Golden Globe.Poi, a metà anni Settanta, Ross diventerà la regina della scena musicale più in voga: la disco music. Dopo il successo di Do You Know Where You’re Going Todel, nel 1976 arriva il singolo Love Hangover grazie al quale e viene proclamata Female entertainer of the XX century. Due anni dopo vince un Tony Award per lo spettacolo An Evening with Diana Ross mentre il film The Wiz, remake de Il mago di Oz, le fa ottenere la nomination come migliore attrice ai Saturn Award. Anche gli anni Ottanta vedranno Ross come una delle indiscusse protagoniste del dancefloor: incide le hit Upside Down e I’m Coming Out. Arriva anche la nomination per la migliore canzone internazionale dell’anno ai Juno Award com Endless Love, in duetto con Lionel Ritchie. Ross entra così nell’Olimpo delle celebrità quando le viene data la stella sulla celebre Hollywood Walk of Fame. In quegli anni stabilirà una forte amicizia con Michael Jackson, con il quale collabora in Muscles, Chain Reaction ed Eaten Alive.All’inizio degli anni Novanta, la cui grande hit è When You Tell Me that You Love Me, Ross torna a esibirsi davanti alla Regina Elisabetta II d’Inghilterra per finire, due anni più tardi, nel 1992, nel Guinness dei Primati: è diventata l’artista femminile di maggior successo di sempre. È lei, una donna, nera, ad aver realizzato il maggio numero di singoli e album a entrare in classifica nel Regno Unito e negli Usa. Non è tutto: arriva anche la seconda stella sulla Walk of Fame di Hollywood, stavolta come Diana Ross & The Supremes. Torna su un set cinematografico in Fuori dall’oscurità che le vale una nomination ai Golden Globe. È il 1995: quell’anno incide Take Higher e vince il Soul Train Lifetime Achievement Award aprendo, con la sua voce, la finale di Rugby League tra Australia e Inghilterra in scena allo stadio Wembley di Londra. Dopo l’apprezzamento reale britannico, c’è anche quello del principe Alberto di Monaco che le consegna il World Music Lifetime Achievement Award per il “contributo enorme dato, nel corso della sua carriera, all’industria discografica mondiale” mentre, nel 1998, si guadagna il Songwriter Hall of Fame Hitmaker Award.Negli ultimi anni, anche se non proprio sulle scene musicali come un tempo, Diana Ross continua – come una vera businesswoman, a dedicarsi alla sua carriera: nel 2005 Estèe Lauder Companies e Mac Cosmetics la vogliono come testimonial di bellezza facendole produrre di una nuova linea di cosmetici. Dopo oltre cinquant’anni di musica, Ross continua a macinare premi su premi. L’ultimo? Nel 2012, il più prestigioso: il Grammy Lifetime Achievement alla carriera. D’altronde il suo motto è sempre stato uno: “Se ho qualcuno che crede in me posso spostare le montagne. Ma ci vuole molto tempo per essere una diva: devi lavorarci”.

repubblica.it

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