La lettera di Vincenzo Salemme: «Signor Maradona, grazie a lei sono diventato tifoso del Napoli. La droga non ha scalfito il suo genio»

«Signor Diego Armando Maradona, mi chiamo Vincenzo Salemme e faccio l’attore. Non ho avuto la fortuna di conoscerla personalmente ma appena ho sentito la notizia della sua morte ho provato un dolore profondo, come quelli che si provano quando si perde un affetto molto caro. Le sto dando il lei per rispetto, per la stima che le porto e perché vorrei provare a dire qualcosa su di lei come persona e non come calciatore che pure ho amato alla follia tanto da diventare tifoso del Napoli grazie a lei». Così Vincenzo Salemme che nel ricordare il grande goleador, gli scrive una sorta di lettera di commiato. «Di lei voglio ricordare le lacrime – prosegue Salemme – quando venne indegnamente fischiato l’inno della sua nazionale e del suo paese. Di lei voglio ricordare la lealtà verso i compagni di squadra. Di lei voglio ricordare la capacità di riconoscere i propri errori. Di lei voglio ricordare gli inganni della tentazione nei quali è caduto e per quegli inganni credo che molti debbano chiedere perdono. Di lei voglio ricordare la generosità con la quale si mostrava al mondo, la mancanza totale di schemi, l’innocenza del suo genio e persino il declino del suo splendido fisico. Di lei voglio ricordare la frase regalata al grande Kusturica: Erik, te lo immagini che calciatore sarei stato senza la cocaina’. Ebbene, signor Diego Armando Maradona, sappia, almeno da parte mia, che quella orribile droga che regala illusioni e onnipotenza, non è riuscita a scalfire il suo genio. E, per conto mio, non ha nemmeno annebbiato la sua enorme, gigantesca e dolorosa sensibilità. Per tutto quello che ha sofferto, a nome di tutti i normalì del mondo, io le chiedo perdono e la ricorderò per sempre con tutto il cuore». 

ilmattino.it

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