Non scordate che domani arriva la seconda stagione di Stranger Things su Netflix

La seconda stagione della produzione Netflix riporta indietro nel tempo ma ha gli occhi puntati al futuro: per realizzarla, tecnologie d’avanguardia

I giovani attori della serie

UNDICI. Dustin. Lucas. Will. Il “Demogorgone”. Personaggi che milioni di spettatori – o meglio di utenti – hanno imparato ad amare e temere con Stranger Things, la serie originale Netflix che ha esordito globalmente nel 2016. E che torna dal 27 ottobre, con i nove episodi inediti della seconda stagione, giusto in tempo per Halloween e preceduta da un videogioco dedicato per iPhone e Android.

Questo nuovo appuntamento con la creazione dei gemelli Matt e Ross Duffer inizia, ancora una volta, nell’apparentemente placida cittadina statunitense di Hawkins. E proietterà ancora chi la guarderà in quei “favolosi anni ottanta” che hanno visto il trionfo della Amblin di Steven Spielberg, dei romanzi horror di Stephen King, dei cabinati per videogame arcade, degli orologi da polso con calcolatrice. Elementi di scenografia che tornano a vivere, attraverso decine di citazioni e presenze, nelle varie puntate della serie. Tanto che al tempo della prima stagione, sul web si era scatenata la “caccia alla citazione”, da quelle più evidenti alle raffinatezze per cultori.

Ma reinventare il passato può essere una sfida più importante che immaginare il futuro. E realizzare una serie TV ambientata nel 1984 ha posto nuovamente delle sfide di carattere tecnologico non indifferenti alla produzione. Per mantenere vivo, vibrante e intatto l’effetto nostalgia era fondamentale riproporre la granulosità, la morbidezza visiva tipica delle produzioni del periodo. Procedimento non semplice quando bisogna girare in digitale dei prodotti di fiction che vengono fruiti su schermi che spaziano dai 65 pollici di una TV high-end ai 5 pollici di uno smatrphone.

· Filmare il passato con le tecnologie di domani
Il direttore della fotografia di Stranger Things, Tim Ives, ha spiegato in un’intervista a Engadget che “filmare il passato” con le più moderne tecnologie è una autentica impresa. “Devi proteggere in tutti i modi quello che stai cercando di mostrare agli spettatori. Abbiamo fatto dei test estremamente accurati per far sì che le nostre immagini avessero quella morbidezza e rotondità tipiche delle tonalità anni ottanta”, effetto che è stato raggiunto grazie a delle ottiche Leica e delle macchine da presa che rappresentano lo stato dell’arte fra quelle disponibili attualmente. Per girare la seconda stagione, Ives ha optato per delle Red Weapon 8K S35, un deciso salto in alto rispetto alle 6K Red Dragon adoperate per la lavorazione della prima. Il motivo di questa scelta è principalmente uno: agire d’anticipo per non farsi trovare impreparati di fronte al prossimo balzo in avanti delle tecnologie per l’intrattenimento domestico. Netflix, al momento, propone una risoluzione massima di 4k per il suo streaming e l’8k fornisce garantisce l’essere “a prova di futuro” almeno per un po’.

· Dallo smartphone al 65 pollici
Ma il presente è fatto di TV HD diffuse ormai quasi dappertutto e dispositivi in 4k HDR che tendono ancora a essere un po’ più costosi degli altri modelli. Ragion per cui ogni inquadratura di Stranger Things deve essere perfetta da guardare, col suo look vintage e ammorbidito, a prescindere da quanto è stato speso per l’acquisto della televisione. Una questione che sta a cuore al gigante dell’intrattenimento, controbilanciata dal fatto che oggi moltissime persone decidono di gustarsi un film o una serie tv su uno smatrphone o un tablet. Ma i creativi e i tecnici in forze all’azienda fondata da Reed Hastings si fanno trovare preparati anche da questo lato. Ives puntualizza infatti che “i fratelli Duffer sono perfettamente consapevoli delle nuove abitudini di fruizione mediale e proprio per questo la loro regia si basa su una composizione delle immagini che garantisce lo stesso impatto, a prescindere che tu stia guardando lo show su un piccolo schermo o su un pannello gigante”. Chiaramente preferirebbe che tutti vedessero la serie su un display di dimensioni cospicue, aggiungendo però di essere conscio che questa è “l’era del mobile”. Un’era in cui abbiamo tutti delle macchine del tempo sempre con noi. E per tornare alle atmosfere di E.T. e dei Gremlins rilette dai Duffer Bros., basta tirare fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni e cliccare su un’app.

Andrea Bedeschi, Repubblica.it

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