Britney vs. Spears, in un doc di Netflix la battaglia legale della popstar


“Ho lavorato tutta la mia vita, non devo niente a nessuno. Voglio solo indietro la mia vita” dice Britney Spears nelle prime immagini che sono state diffuse da Netflix del documentario Britney vs. Spears che sarà disponibile dal 28 settembre, alla vigilia della prossima udienza del processo con cui la popstar, che in passato ha sofferto di gravi problemi psichiatrici, spera di liberarsi dalla tutela del genitore. Il documentario, girato da Erin Lee Carr, ha richiesto oltre un anno di lavorazione e sarà incentrato sull’operato del padre della popstar Jamie Spears, ponendo domande sulla necessità dell’inusuale regime legale, indagando sulle accuse di corruzione ai danni dell’uomo e inquadrando lo scontro nel sistema normativo statunitense. Non è chiaro chi prenderà posizione nel documentario ma si possono udire le voci di alcuni membri dell’entourage di Britney Spears, del paparazzo Adnan Ghalib, e compare l’ex assistente Felicia Culotta. Dalle immagini si intuisce inoltre che il documentario potrebbe rivelare nuove informazioni confidenziali sulla vicenda. Durante l’udienza di giugno, Britney Spears aveva affermato che la tutela del padre le impediva di sposarsi e avere altri bambini e che sarebbe addirittura costretta a mantenere una spirale intrauterina. Dieci giorni fa tramite i social la cantante aveva annunciato il suo fidanzamento con Sam Asghari, compagno e personal trainer. Solo questa estate è stato concesso alla cantante di assumere di persona un avvocato, Mathew Rosengart, invece di continuare ad appoggiarsi su un legale nominato dalla corte. Rosengart ha accusato Jamie Spears di aver “dilapidato” il patrimonio della figlia. Il genitore, da parte sua, si è detto pronto il mese scorso a rinunciare del tutto alla tutela, senza però inoltrare una richiesta ufficiale. Secondo Rosengart, Jamie Spears starebbe cercando di ricattare la cantante chiedendole 2 milioni di dollari per abbandonare il ruolo. Il documentario Netflix arriva qualche mese dopo un altro lavoro, realizzato dal New York TimesFraming Britney Spears, che approfondisce in particolare il rapporto dei media con il personaggio incarnato da Britney Spears soffermandosi sulla controversa questione che vede gran parte della sua vita e carriera sotto il controllo del padre. Questo film ha portato anche Justin Timberlake, che come Britney è partito dal Mickey Mouse Club ed era poi diventato suo fidanzato, a scusarsi per i modi in cui l’aveva trattata. La battaglia legale della popstar nei confronti del padre per liberarsi della sua tutela è stata seguita appassionatamente dai suoi fan che al grido di Free Britney hanno seguito tutte le udienze della causa.

Repubblica.it

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